Nella video-intervista Paolo Paternoster riporta l’attenzione sull’aeroporto scaligero chiedendone la riapetura, maggiore centralità e più investimenti.
Già la settimana scorsa l’On. Paolo Paternoster e il collega Roberto Turri avevano chiesto formalmente a SAVE, socio di riferimento del Catullo di Verona-Villafranca e Montichiari, le ragioni di questa prolungata chiusura – e già si vociferava di una mancata richiesta di riapertura al Ministero competente -, ma gli onorevoli avevano insinuato il dubbio che ci fosse invece la volontà di spostare il business passeggeri e commerciale da Verona a Venezia.
Nel comunicato si legge: “Verona ridimensionata ad aeroporto satellite di Venezia: sono solo dietrologie? Il nostro aeroporto è Hub strategico per il settore turistico e di business per l’intera macro-area del Garda e ora che finalmente l’emergenza coronavirus sta rallentando, non vorremmo che Verona fosse travolta da una seconda emergenza, diversa ma economicamente devastante, e cioè quella della chiusura del nostro storico Scalo. Se chiude il Catullo, chiude Verona”.
Questa mattina infine i due onorevoli hanno provveduto ad inviare formale richiesta di incontro sia al presidente del Catullo, Paolo Arena, che al socio di riferimento SAVE. La volontà, spiegano, è quella di chiedere quali garanzie e prospettive potranno esserci nell’immediato per assicurare un futuro adeguato allo scalo veronese: sia a quello passeggeri di Villafranca sia al polo della logistica internazionale di Brescia Montichiari.
E intanto gli aerei restano a terra.
CORTINA FUMOGENA DELLA LEGA