Grazie alla Determinazione n. 3807/18 del 20 novembre 2018 abbiamo finalmente capito che “sulla base degli studi idrogeologici condotti nell’area (ndr: Loc. Boschetto nel comune di Verona – ditta Acciaierie di Verona SpA) è stato riconosciuto dagli Enti di controllo che la contaminazione delle acque sotterranee rilevata può essere riconducibile ad uno stato di contaminazione diffusa, dovuta verosimilmente a condizioni anossiche presenti nell’area, posta a ridosso del fiume Adige e costituita da sedimenti e terreni di tipo coesivo”.
Pertanto il Dirigente dell’Area funzionale servizi in campo ambientale della Provincia di
Verona ha concluso con l’archiviazione il procedimento avviato, ai sensi dell’art. 244
del D. Lgs. 152/2006, il 31 agosto 2018 per l’accertato superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) nelle acque sotterranee presso l’area in Località
Boschetto in Comune di Verona – ditta Acciaierie di Verona SpA – in quanto sono venuti meno i presupposti che avevano portato all’avvio del procedimento.
Facciamo il punto dell’ennesima contaminazione delle acque sotterranee archiviata.
Tutto comincia con la nota del 20 giugno 2018 in cui il Dipartimento ARPAV di Verona ha comunicato gli esiti analitici relativi alle ultime verifiche effettuate sulla qualità dell’acqua di falda nell’area in Località Boschetto in Comune di Verona. Relativamente ai risultati analitici ottenuti dai prelievi eseguiti presso la rete di monitoraggio, ARPAV riscontra un superamento dei limiti previsti per il parametro manganese al piezometro P2 rispetto al precedente controllo avvenuto il 20/04/2017. Un superamento pari al doppio della soglia limite in quanto con il campionamento ed analisi del 19 aprile 2018, risulta accertata per il manganese, nel piezometro P2 (falda a monte), la concentrazione di 100 µg/l a fronte della Concentrazione Soglia Contaminazione di 50 µg/l.
Conseguentemente la Provincia di Verona ha avviato, il 31 agosto 2018, il procedimento per l’identificazione del/i responsabile/i dell’evento di potenziale contaminazione che ha causato il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) nelle acque sotterranee presso presso l’area in Località Boschetto in comune di Verona – ditta Acciaierie di Verona SpA.
La comunicazione è stata notificata al legale rappresentante della Società Acciaierie di Verona SpA mentre sono state chieste, agli altri Enti coinvolti, informazioni per l’individuazione del responsabile della potenziale contaminazione.
Con una nota del 14 settembre 2018 Acciaierie di Verona SpA ha inviato le proprie osservazioni in relazione al procedimento avviato allegando una nota di precisazione tecnica della società di consulenza geologica Sinergeo Srl dove vengono illustrati gli esiti dei monitoraggi periodici delle acque sotterranee condotti presso il sito da circa un
ventennio, gli studi pregressi e le conclusioni assunte. La nota conclude affermando che: “- il caso in argomento non attiene ad una contaminazione delle acque sotterranee, esulando pertanto la fattispecie dai presupposti indicati dal disposto normativo vigente per l’attivazione dei procedimenti ambientali; – parimenti non esiste un responsabile della contaminazione, in quanto il rinvenimento di saltuarie non conformità/anomalie sito-specifiche di Manganese (come di Ferro e Ammoniaca) in questo settore è squisitamente ascrivibile ad una fenomenologia di origine naturale, riconducibile alle condizioni peculiari
anossico-riducenti di questa precisa porzione dell’acquifero; – associati alla presenza di tali materiali nelle acque sotterranee non sono peraltro prevedibili né rischi sanitari, né altri pericoli per l’ambiente, in quanto si tratta di elementi non volatili, in concentrazioni che non contraddistinguono alcuna emergenza di trasporto. In buona sostanza e per quanto di competenza tecnica si ritiene di confermare che, in ordine alla circostanza ambientale recentemente evidenziata dalla PP.AA., il sito è da considerarsi “non contaminato” ai sensi del D. Lgs. 152/2006 e che di conseguenza non sono da prevedersi attività di messa in sicurezza ne tantomeno interventi di bonifica”.
Ha risposto anche la Direzione Ambiente del Comune di Verona che con propria nota del 9 ottobre 2018, ha comunicato che “agli atti della Scrivente non vi sono evidenze, ulteriori elementi o episodi di contaminazione nella zona che possano aver determinato il superamento delle CSC (parametro: manganese) nelle acque sotterranee” . Ha inoltre ricordato che “con comunicazione del 25/02/2008, il Comune di Verona ha provveduto a dichiarare chiuso il procedimento relativo alla qualità delle acque sotterranee avviato con nota del 08/09/2005 (P.G. 155060), proprio a seguito delle indagini idrogeologiche ed idrochimiche svolte che avevano attribuito i superamenti di ferro, manganese ed ammoniaca a cause naturali, in particolare alla presenza, localmente, di condizioni anossiche e riducenti che provocano la formazione di ammoniaca e la mobilizzazione di ferro e manganese”.
Dopo le numerose note tecniche la conclusione è che dalla documentazione acquisita agli atti risulta attendibile e provata l’ipotesi della riconducibilità del superamento riscontrato per il parametro manganese a valori di fondo naturale esistenti nell’area.
Bene, pare quindi che non vi siano pericoli per la salute.
Personalmente mi residua la curiosità di capire quali siano le “cause naturali” che determinano le condizioni anossiche e riducenti che provocano a formazione di ammoniaca e la mobilizzazione di ferro e manganese e quale impatto possano determinare le sostanze sull’ecosistema bosco limitrofo facente parte del Parco dell’Adige sud.
Alberto Speciale
Stessa domanda mo pongo anch’io.