Venerdì 27 aprile nella basilica di Santa Anastasia sarà presentato il restauro – a cura dell’Accademia di Belle Arti di Verona – del rinascimentale polittico della cappella Cavalli.
L’Accademia cittadina tiene, infatti, il corso quinquennale a ciclo unico abilitante alla professione di restauratore di beni culturali, ripartito in due profili formativi professionalizzanti.
L’inaugurazione avrà inizio alle ore 16.30 in cappella Giusti; verranno prima presentate le attività di studio, conservazione e restauro che hanno caratterizzato le diverse operazioni di intervento, per poi spostarsi nella cappella Cavalli, dove si potrà osservare da vicino il polittico restaurato. A metà del mese di maggio, grazie all’associazione Chiese Vive, l’applicazione di una pellicola protettiva sulla finestra che illumina naturalmente l’ambiente, garantirà la migliore conservazione dell’opera.
Il restauro, nelle sue fasi di realizzazione, ha attirato molti fedeli e turisti in visita alla chiesa e si inserisce all’interno della collaborazione che da diversi anni lega la diocesi di Verona e la fondazione Accademia di Belle Arti di Verona. Questa relazione risponde all’esigenza di formare i futuri restauratori e di promuovere l’attività e le potenzialità della scuola di restauro e consente una maggior sinergia nelle attività di studio, restauro e conservazione di opere d’arte di pregio storico artistico dislocate in alcune delle parrocchie del territorio veronese.
L’intervento, progettato dalla docente restauratrice Giovanna Jacotti, è stato approvato dall’ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi di Verona e autorizzato dalla soprintendenza della Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. Le operazioni sono state eseguite sotto la supervisione del funzionario storico dell’arte, Mariastella Vecchiato. Per Santa Anastasia il responsabile è stato il parroco, mons. Silvano Mantovani, che spiega: «Dopo l’importante intervento portato a termine dal Banco Popolare, rivolgo grande riconoscenza all’Accademia che ha avuto questa bella intuizione e che ha permesso il recupero del manufatto che versava in uno stato impressionante di degrado e fatiscenza. Con costanza e competenza un gruppo di studentesse ha provveduto a questo certosino lavoro. Perciò esprimo la mia gratitudine, anche a nome della comunità cristiana e del consiglio pastorale. Ringrazio infine l’ufficio Beni Culturali della diocesi, che ha condiviso l’iniziativa e l’ha seguita nel suo lungo iter, e l’associazione Chiese Vive che tanto si adopera affinché la basilica rimanga visibile ogni giorno a fedeli e turisti».
Gli studenti del percorso “Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile. Manufatti scolpiti in legno. Arredi e strutture lignee. Manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti” della scuola di restauro dell’Accademia, sotto la direzione della professoressa Jacotti, sono stati impegnati negli interventi sul polittico ligneo policromo e dorato durante l’attività curricolare e con il cantiere-scuola estivo.
I lavori sono iniziati nel 2016 a seguito di una segnalazione congiunta dell’ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi di Verona e della soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Province di Verona, Rovigo e Vicenza a causa della presenza di gravi sollevamenti nella predella e sulle superfici pittoriche e dorate che comportavano il rischio di cadute di policromia e conseguente degrado di un’opera importante all’interno di una delle principali chiese della città; si sono da poco conclusi.
Il restauro del polittico, intervento imprescindibile per la sua conservazione e per la restituzione alla città, si è rivelato un’occasione di studio fondamentale per gli studenti. Il restauro conservativo realizzato è stato, inoltre, oggetto delle tesi di laurea delle studentesse Giuliana Capasso che si è occupata delle superfici bidimensionali, Francesca Lenzi che ha lavorato sulla statua di San Girolamo e Irene Mozzo che ha approfondito il lavoro sulla statua del Cristo portacroce.
La cappella, la prima a destra della zona absidale della basilica, nasce nel 1375 per volontà di Nicola, Giacomo e Pietro Cavalli. L’altare ligneo, come si nota dall’iscrizione, risale al 1510. L’autore del polittico è ignoto, mentre i dipinti della predella sono da sempre stati attribuiti alla bottega di Liberale da Verona. Dallo studio emerso durante le attività di restauro sembrerebbe che sia le sculture lignee che le pitture su tavola possano essere riconducibili all’opera di un unico artista, che sembra però avere maggior confidenza con la tecnica pittorica piuttosto che con l’intaglio del legno. L’apparato architettonico presenta uno scrigno centrale con quattro colonne corinzie e tre nicchie nelle quali sono ubicate altrettante sculture lignee – Cristo portacroce al centro, San Gemignano e San Girolamo, i santi protettori della famiglia Cavalli, ai lati. Attraverso l’attenta osservazione di numerosi dettagli, si è desunto che in origine l’altare si trovasse a ridosso della parete, quindi spostato al centro della cappella, momento in cui la nicchia centrale è stata ampliata per adeguarne la profondità alle altre due e inserivi così la statua del Redentore. Il polittico, nella sua attuale composizione, risulta pertanto essere riconducibile a numerose cronologie differenti.
L’intervento conservativo è iniziato con la messa in sicurezza dei sollevamenti delle stratificazioni pittoriche e proseguito con un minuzioso lavoro di pulitura; sono stati rimossi il beverone delle vernici dei restauri precedenti e le vecchie stuccature non più funzionali. Delicati ritocchi pittorici in selezione cromatica hanno ultimato le fasi operative di restauro.