Il cavallo non è più soltanto quella meravigliosa creatura della natura che tutti, grandi e piccini, amano, né quell’efficientissimo e poliedrico animale che ha accompagnato l’uomo per secoli e secoli in tutte le sue attività dall’agricoltura alle diverse discipline ippiche moderne. Oggi è anche un prezioso alleato per curare, assistere, riabilitare persone affette da varie patologie, a cominciare dalle persone con disturbi dello spettro autistico.
Anche questo aspetto è stato protagonista a Fieracavalli, in corso di svolgimento a Verona dove, nello stand della Regione Veneto si è tenuto un incontro stampa specifico su “Intervento assistito con il cavallo. Ruolo ed efficacia nel promuovere l’autonomia della persona con disturbi dello spettro autistico”, incentrato sull’esperienza del Progetto Riding The Blue, realizzato in collaborazione tra la Regione Veneto, l’Ulss 9 Scaligera e Veronafiere.
Vi hanno partecipato il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, l’Assessore alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin, Leonardo Zoccante, Direttore U.O. Infanzia, Adolescenza e Famiglia dell’Ulss 9 Scaligera e il Direttore Generale di Veronafiere Adolfo Rebughini.
“Questo bel progetto – ha detto l’Assessore Lanzarin – è nato un paio d’anni fa con una fattiva collaborazione tra la Regione, il primario Zoccante e Veronafiere. Ci abbiamo creduto fin dal primo istante e l’abbiamo portato avanti con tutto l’impegno possibile, possiamo dire con risultati molto significativi per l’interesse e le adesioni che ha avuto.
Oggi il Progetto coinvolge 95 partecipanti ed è stato esteso in tutta Italia coinvolgendo le Associazioni e il Terzo Settore coordinato dalla Regione Veneto. Sono state messe a frutto tutte le conoscenze possibili sulle straordinarie caratteristiche del cavallo in relazione alle persone autistiche, e il successo avuto ci spinge a guardare con molta attenzione a tutti quelli che siano progetti innovativi o sperimentali in questo delicato e moderno settore che definirei ‘ipposanitario’. Lo facciamo – ha aggiunto – perché sempre più famiglie ce lo chiedono. Noi perciò dobbiamo e vogliamo cercare di cucire addosso ad ogni persona e ogni famiglia il progetto più adatto, che contenga una parte riabilitativa e possa favorire anche un maggior inserimento sociale”.