Slime: imbratta le mani infantili (e adolescenziali), novità ludica del momento… ma novità lo è veramente? In realtà è uno dei tanti ricorsi delle mode: lo lanciò la Mattel negli anni Settanta ed era oggetto delle manipolazioni da parte dei genitori, se non addirittura dei nonni, delle ragazzine e ragazzini che se lo lavorano adesso, inventandosi formule, colori, odori attraverso tutorial youtube o – auspicabilmente – indicazioni che siano sempre e comunque attendibili.
Ricette semplici contemplano acqua, amido di mais e qualche goccia di colorante alimentare, oppure colla vinilica (quella adorata da Giovanni Muciaccia nell’adorabile Art Attack), borotalco e, parimenti, colorante. Altre versioni casalinghe prevedono shampoo e dentifricio da mescolare in parti uguali e far raffreddare in freezer per qualche minuto, oppure liquido per lenti a contatto e bicarbonato di sodio. La schiuma da barba conferisce… schiumosità, altri articoli da bagno conferiscono profumo o elasticità.
Ingrediente diffuso nello slime in commercio è il borace, un minerale, composto del boro, che si vende disidratato; non è un veleno (lo si trova nei detergenti), ma è irritante per gli occhi e, a lungo andare, per la pelle: se proprio non se ne vuol fare a meno, attenzione alle mani, perchè si sono registrati casi di ustioni. Ciò che fa sorridere gli adulti è che viene considerato dai piccoli creatori un “antistress”: se ne hanno già bisogno, cominciamo bene!
Rileggendolo attraverso curiosità cinematografiche, come non pensare all’ectoplasma verde di Ghostbusters, Slimer, appunto: era il 1984, il film ebbe un successo clamoroso e il fantasmino divenne star di uno spin-off e di un fumetto.
Nel 1958 uscì nelle sale Fluido mortale (The Blob), protagonista un giovane Steve McQueen e una melma extraterrestre, realizzata in silicone colorato di rosso. Ci fu un sequel nel 1972, Beware!The Blob, diretto dal futuro J.R. Ewing di Dallas, al secolo Larry Hagman, e un remake del 1988, Blob-Il fluido che uccide, con Kevin Dillon, il fratellino meno famoso di Matt. Il rimpianto Robin Williams impersonò un professore fra le nuvole in Flubber, nel 1997, dove recitava accanto ad un cugino di Slimer, per colore e consistenza.
Abbiamo giocato abbastanza? Il nostro slime si è ormai indurito in maniera irreversibile e ha assorbito, effetto spugna, tutta la polvere possibile in casa? E’ ora di salutarlo: occhio a non gettarlo negli scarichi di lavandini o w.c., a meno che non abbiate un papà o uno zio idraulici (e molto indulgenti).