Nuove professioni e nuove competenze per il ruolo dell’ingegnere. Non solo capacità tecniche macompetenze multidisciplinari, gestionali, personali e attitudine a collaborare con altre discipline. La professione dell’ingegnere, che trova applicazione in diversi settori e livelli, è in cambiamento e ha sempre più un significativo impatto sulla società civile. Esperienze in diversi ambiti come, ad esempio, la cooperazione sociale e internazionale, possono essere di utilità per la professione. Queste tematiche sono state al centro del seminario “L’uomo al centro per costruire il futuro”, che si tenuto oggi nella sede dell’Ordine degli Ingegneri di Verona e provincia, in Via Santa Teresa n. 12. L’evento rappresenta l’ultima tappa della Rassegna Open 100 “Crea-Attività”, giunta alla sua decima edizione.
“L’obiettivo di incontro – spiega il consigliere dell’Ordine degli Ingegneri e il coordinatore scientifico del seminario, Vittorio Bertani – è quello diconfrontarsi sul cambiamento della professione di ingegnere. In uno scenario particolarmente complesso e in costante evoluzione, sia nel campo della libera professione sia nel settore pubblico e privato, le competenze richieste sono molteplici: dalla capacità di lavorare in gruppo a quella di gestire un team, dall’avere un pensiero critico ad essere efficaci comunicatori, così come avere leadership, capacità di analisi e problem solving, per citare solo alcuni esempi. Ma è importante anche sapersi interfacciare con altre professioni, lavorare in squadre multidisciplinari, in cui interagiscono designer e giuristi, filosofi ed economisti”.
Al seminario è intervenuto Marco Tubino, Professore al dipartimento di Ingegneria civile ambientale e meccanica (DICAM) dell’Università degli Studi di Trento, Presidente della Conferenza per l’Ingegneria-CopI e presidente del Centro per la Cooperazione Internazionale-CCI con un intervento dal titolo “La professione dell’Ingegnere ieri e oggi”. Dalla relazione è emerso che la centralità del ruolo dell’ingegnere nel processo di cambiamento pone una riflessione sulla eventuale disparità tra il bisogno che la società esprime relativamente ad una figura moderna di ingegnere che sappia sostenere e promuovere il cambiamento e l’insieme delle conoscenze, abilità e attitudini che gli studenti sviluppano durante la loro formazione nelle scuole di ingegneria.
Massimo Zortea, Professore e Avvocato al DICAM, Università degli Studi di Trento, UNESCO Chair in Engineering for Human and Sustainable Development ha parlato di “Le competenze dell’ingegnere e l’impatto sociale”. “In un seminario dedicato alla centralità della persona nella costruzione del mondo che verrà, – ha spiegato Zortea – non poteva mancare una riflessione su come le competenze dell’ingegnere-persona generano impatti sociali, positivi o negativi, e su come evolvono, data la crescente richiesta di coinvolgimento trasversale delle professioni tecniche sui temi sociali. Questa parte del seminario cercherà di stimolare i partecipanti a ragionare su due domande: cosa vuol dire generare impatti sulla società? Perché è importante per l’ingegnere pensare agli impatti che il suo lavoro genera sulla società?” Con l’aiuto di alcuni esercizi pratici per coinvolgere il pubblico, il contributo del relatore si è snodato in tre tappe: impatti attuali/potenziali dell’ingegnere sulla società; storie di impatti riusciti o mancati; percorsi per affinare la capacità di incidere sul contesto, macro o micro, in cui agisce l’ingegnere del XXI secolo. “Che è poi un buon modo di partecipare all’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile”, ha rimarcato Zortea.
A seguire Federica Del Carlo e Carlo Resta di Ingegneria Senza Frontiere (ISF-Pisa) hanno illustrato un caso di studio relativo a un progetto di cooperazione internazionale. Ingegneria Senza Frontiere (ISF-Pisa) è un’associazione di volontariato nata nel 2003 all’Università di Pisa. I relatori hanno parlato del progetto di cooperazione internazionale in cui ha affiancato l’associazione El Comedor Estudiantil Giordano Liva di Pisa e la Uttargaya Public English Secondary School di Bidur (Nepal). La collaborazione tra El Comedor e la scuola, gravemente danneggiata dal terremoto che ha colpito il Nepal nel 2015, è incentrata sulla ricostruzione e messa in sicurezza degli edifici, sulla costruzione di impianti di potabilizzazione dell’acqua e sulla creazione di percorsi di formazione su sicurezza sismica e igiene personale. ISF-Pisa entra a far parte del progetto nel 2022, fornendo assistenza nel monitoraggio degli obiettivi e nell’analisi dei bisogni della comunità che vive nella scuola e intorno ad essa, al fine di sviluppare soluzioni tecniche appropriate e condivise. “Questo progetto, in linea con i principi dell’associazione, è prima di tutto un’occasione per rivalutare la nostra percezione di contesti differenti, per confrontarsi con tecniche costruttive, metodi educativi e standard normativi diversi dai nostri, e soprattutto per mettere in discussione la scelta della soluzione più appropriata (che non è mai una questione solo tecnica)”, hanno detto Del Carlo e Resta.
Luca Comitti dell’Associazione Ingegneri Volontari (AIV) ha evidenziato: “Tra le finalità dell’associazione ci sono la promozione di processi di sviluppo endogeno nei paesi in via di sviluppo. Riteniamo che la figura dell’ingegnere attraverso la sua tecnica sia una figura necessaria, di riflesso le attività di volontariato per raggiungere il primo obiettivo portano a raggiungere un’altra finalità di AIV, che è l’acquisizione di una coscienza critica, la comprensione delle problematiche e l’adozione di comportamenti responsabili in ogni ambito della vita quotidiana”.
Alessandro Marini e Alessandro Brocchetti di ISInnova Srl hanno spiegato: “La nostra azienda è attiva nella ricerca e sviluppo per trovare soluzioni innovative ai problemi delle aziende nei settori medicale, industriale, del recupero virtuoso dei materiali, dell’edilizia e del design”. Tra i casi di successo citati, c’è “la valvola charlotte che nel 2020 ha permesso di alleviare la scarsità di maschere respiratorie in Italia. Isinnova si occupa anche di edilizia, che recentemente si è concretizzata in Isibrix, una start-up di bioedilizia che propone il brixsystem, un sistema costruttivo modulare dalle vaste applicazioni”.