L’incognita di Goldoni al Teatro Nuovo

 
 

Ecco una commedia in cui l’azione procede rapida come un ideale piano-sequenza continuato, con luoghi che entrano l’uno nell’altro, si modificano e si sospendono, tra realtà (quella degli attori che fingono) e finzione (quella dei personaggi che si devono credere veri). Ventiquattro ore – da un’alba a un tramonto – stipate di accadimenti fino all’inverosimile, che – come osservano gli stessi personaggi – sembrano degni un romanzo, dal quale si potrebbe eventualmente ricavare una commedia.

 

La storia appare tanto falsa, rocambolesca, densa di fatti e situazioni, da sembrare più adatta a burattini che ad esseri umani. Ma in realtà, come sappiamo, la dimensione romantica è tessuta di menzogna, mentre il romanzesco rivela la verità, come ci dicono le donne che si scoprono sotto le vesti di manovratrici di fantocci. 

 

Dichiarazione Piermario Vescovo: “Con L’incognita continuiamo la sperimentazione di una forma di teatro che abbiamo definito “di persona e figura”, con un’organico, interamente al femminile, con interpreti dove un mumero ridotto di interpreti sostiene un ampio numero di personaggi, manovrando a vista burattini, permettendo di affrontare testi altrimenti improponibili per dimensioni ed organico. Dopo due proposte shakespeariane – Titus e Racconto d’inverno – affrontiamo una commedia di Carlo Goldoni totalmente sconosciuta, una commedia-romanzo che rivela un versante assai diverso da quello più noto e spesso ridotto a cliché e luoghi comuni di questo grandissimo autore. In una ripresa del romanzo contemporaneo, giocata con una forte componente di parodia e di gioco metateatrale, ma anche di intreccio profondo, L’incognita rivela un versante dell’invenzione teatrale goldoniana che ha avuto notevole attenzione nel campo degli studi, ma che risulta invece poco o nulla praticato nella diretta riproposta teatrale.

L’allestimento affianca a tre attrici che praticano da lungo tempo questa forma di teatro tre attrici giovani, in una collaborazione del Teatro Stabile di Verona-Fondazione Atlantide con il Centro Teatrale Da Ponte, realtà veneta di formazione e ricerca”.

 

 

Uno spettacolo ideato e costruito da Piermario Vescovo – Antonella Zaggia, con Manuela Muffatto, Federica Mulas, Bianca Padoin, Marika Tesser, Antonella Zaggia, Francesca Zava e la partecipazione di Eleonora Ruzza.

Luci Nicola Fasoli, sartoria Caterina Volpato

Produzione Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona Centro Teatrale Da Ponte