A Verona si incendia la bagarre delle alleanze e nel centrodestra la situazione è tutt’altro che chiara: ancora non si conosce il candidato Sindaco che guiderà la coalizione, la cui composizione a sua volta non è definita.
Con la chiusura di Salvini ai forzisti, è verosimile che Giorgetti e Bendinelli convergano su FARE! così come confermato da Flavio Tosi ieri in Arsenale.
Ci sono poi Battiti, Fratelli d’Italia e Verona Domani, attualmente orfani della Lega ed in attesa che dal Carroccio arrivino segnali d’intesa. Accordo tutt’altro che sicuro e comunque in alto mare. Nonostante le aperture di Paternoster, gli esponenti di Alberto da Giussano ponderano il da farsi e aspettano di capire quale scenario sia maggiormente favorevole, che non per forza è rappresentato dall’unione con i vecchi alleati.
Ma se Atene piange, Sparta non ride. Anche a sinistra le lotte intestine lacerano l’unità del partito democratico. Con Bertucco out, Damiano Fermo e Gustavo Franchetto dovrebbero giocarsi alle Primarie l’investitura di candidato a Primo Cittadino. Il condizionale è d’obbligo perché anche qui la situazione è ingarbugliata, con l’anima renziana che propende per puntare forte su Damiano Tommasi, dal canto suo poco ambizioso e dubbioso a correre per Palazzo Barbieri.
Il clima di perenne incertezza gioca a favore di Verona Pulita e del Movimento 5 Stelle, già in pista rispettivamente con Michele Croce e Alessandro Gennari. A dir la verità Croce spinge sull’acceleratore da molto tempo: era il 18 dicembre del 2015 quando l’Avvocato presentava in un teatro Stimate gremito il volume “La Rivoluzione dei Veronesi” fissando i punti cardine del programma civico basato su competenza e onesta’. Da un paio di giorni si è aggiunto anche il candidato grillino Gennari, premiato dal web e pronto a sfidare la vecchia politica. Il capogruppo in quarta circoscrizione del Movimento punta a ricalcare le orme della collega Appendino per portare a Verona il modello piemontese.
M.C.
