Una quantità di pioggia mai vista, che in poche ore ha fatto salire il livello dei fiumi fino a farli esondare.
Praticamente tutti i corsi d’acqua che si trovano fra Rimini e Bologna, ventuno in tutto, fra la serata di martedì e la mattina di mercoledì hanno rotto gli argini o sono esondati allagando vaste zone della Romagna.
È finita sott’acqua Faenza, una parte di Cesena e di Forlì e molti altri grandi centri abitati. In alcune zone, in pochi minuti l’acqua è salita, raggiungendo anche i primi piani delle case.
Sono morte nove persone che non sono riuscite a mettersi in salvo e sono rimaste intrappolate nei piani bassi delle case o nelle automobili.
La furia delle esondazioni è stata impetuosa: una delle vittime, una donna di Ronta di Cesena, è stata ritrovata in mattinata sulla spiaggia di Cesenatico. Il Savio ha trascinato il cadavere per venti chilometri in poche ore. E così, in tutta la Romagna, è stata una giornata di angoscia e di soccorsi frenetici, per cercare di riuscire a salvare tutte le persone in difficoltà e raggiungere quelle che non si trovavano.
Un’impresa resa particolarmente complicata anche dai continui blackout alle linee elettriche e telefoniche, con molte strade raggiungibili solo con i gommoni e con una vasta area isolata dal resto d’Italia: treni fuori servizio, autostrada per quasi tutto il giorno impercorribile, moltissime strade chiuse.
L’allerta rossa era stata diramata da giorni e la perturbazione violentissima era attesa: le aree più a rischio sono state fatte evacuare, le persone invitate a salire ai piani alti delle case. Migliaia di persone hanno lasciato le abitazioni.
La realtà, però, ha superato le peggiori previsioni: anche perché la pioggia (in alcune aree è caduto in 36 ore più del doppio dell’acqua che di solito fa in media nel mese di maggio) è arrivata su un terreno già messo a dura prova dall’alluvione di due settimane fa.
La situazione è un po’ migliorata quando si è rasserenato il cielo: dal primo pomeriggio la pioggia si è fermata ed è spuntato un po’ di sole che ha reso più agevoli anche i soccorsi, facendo lentamente ritirare l’acqua dalle aree che aveva invaso. L’emergenza però non è finita: anche per domani, infatti, sarà in vigore su tutta l’area l’allerta rossa, anche perché il livello di quasi tutti i fiumi continua ad essere sopra la soglia d’emergenza e sono previste nuove piene che potrebbero mettere a dura prova argini già indeboliti o danneggiati.
Senza contare gli oltre 200 movimenti franosi che riguardano la collina e la montagna. Se il meteo, come le previsioni lasciano sperare, dovesse dare una mano, il peggio dovrebbe però essere alle spalle.
Anche domani, comunque, fra Cesena e Bologna le scuole resteranno chiuse e potrebbero esserci disagi negli spostamenti.
Fra i fiumi esondati ci sono il Lamone a Faenza, il Savio a Cesena, il Montone a Forlì.
Ma anche il Santerno, che costeggia l’autodromo di Imola dove nel fine settimana si sarebbe dovuto svolgere il Gran Premio dell’Emilia-Romagna e del Made in Italy, poi annullato dagli organizzatori per non ostacolare i soccorsi, ma anche per l’oggettiva inopportunità di far radunare decine di migliaia di persone in un’area a rischio. Con l’acqua che si ritira rimane il fango e rimangono soprattutto i danni, dei quali inizierà presto il conteggio. Martedì prossimo il Consiglio dei ministri si riunirà per affrontare i temi dell’emergenza maltempo.
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha assicurato la massima disponibilità ad aiutare le zone colpite. Lo strumento, come ha anticipato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi arrivato a Bologna per incontrare la protezione civile che stava coordinando i soccorsi, potrebbe essere quello di un decreto legge.
Previsto pure lo stop agli obblighi fiscali. “A pochi giorni dall’anniversario del sisma del 2012 – ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini – questo, per noi, è come se fosse un nuovo terremoto”.