Si è tenuta giovedì davanti ai cancelli della Ferriera Valsider a Vallese Oppeano l’assemblea pubblica indetta da Fim e Fiom di Verona e dalla RSU per discutere della difficile situazione in cui versa l’azienda ormai da mesi. La maggiore preoccupazione di lavoratori e sindacati è che la proprietà stia procedendo, in silenzio, verso la dismissione del sito, soprattutto perché tutte le commesse vengono deviate dalla Metinvest verso lo stabilimento di San Giorgio di Nogaro in Friuli-Venezia Giulia, mentre a Vallese Oppeano le linee di produzione sono ferme e i lavoratori in cassa integrazione a zero ore. Inoltre, negli ultimi mesi si stanno sommando le dimissioni volontarie di diverse figure fondamentali per poter riprendere la produzione e, se dovesse continuare l’emorragia di tali professionalità sarà sempre più difficile poter riprendere a produrre a gennaio come l’azienda continua a ripetere. Rassicurazione che però pare sempre più basata sul nulla, visto che l’azienda non ha presentato né un piano di produzione né ha fissato le date della ripartenza di gennaio.
“Chiediamo a gran voce alla Metinvest che faccia ripartire gli impianti dopo oltre 6 mesi di cassa integrazione. La situazione è davvero problematica e tutto ci fa credere che la proprietà voglia dismettere il sito perché mentre la nostra ferriera è ferma, lo stabilimento Trametal di San Giorgio di Nogaro è piena di ordini e lavora senza sosta.
La protesta è partita perché non sono stati confermati i giorni di produzione che avevano promesso ci sarebbero stati a dicembre. In questo momento 200 lavoratori si trovano in cassa integrazione a zero ore, senza alcuna prospettiva di lavoro per gennaio.” Hanno dichiarato Martino Braccioforte della Fiom Cgil e Stefano Bissoli della Fim Cisl di Verona, continuando “Vogliamo coinvolgere le istituzioni e l’Unità di Crisi della Regione Veneto perché la Metinvest mentre sta praticamente dismettendo il sito di Vallese Oppeano contemporaneamente sta discutendo con il Governo sulla possibilità di investire nell’ex Ilva e a Piombino. La proprietà deve darci risposte sul futuro della Valsider per rispetto dei lavoratori e anche del territorio che rischia di perdere una realtà produttiva. Possiamo immaginare che la Metinvest non voglia suddividere gli ordini fra la Valsider e la Trametal in modo da ottimizzare i costi della produzione ma non è possibile che continui a fare profitti sulle spalle dei lavoratori e dello Stato usufruendo di una cassa integrazione infinita. E oltre il danno, la beffa: su proposta del Ceo è stata aperta una banca ore in cui i lavoratori di San Giorgio di Nogaro possono donare le ore in sostegno dei lavoratori di Verona. Quindi sono i lavoratori stessi che devono attuare azioni di solidarietà fra di loro, mentre l’azienda pensa solo al profitto a discapito dei lavoratori della Valsider. Loro vogliono lavorare, non vogliono elemosine! Vogliamo certezze e prospettive di ripartenza, non promesse vane, come è stato già fatto per la produzione di coils che è ferma da agosto 2023 e la cui ripartenza è stata promessa tante volte, senza mai andare in porto. Non è possibile chiedere a questi metalmeccanici continui atti di fede senza fondamento. Il lavoro è l’unica cosa in cui crediamo e finché non ripartirà la produzione, la protesta non potrà fermarsi.”