L’Aida, edizione del 1913, torna in Arena

 
 

Il 10 agosto, per la prima di cinque rappresentazioni, rivivrà la magia della prima notte d’opera in Arena: era infatti il 10 agosto 1913 quando le note del capolavoro di Verdi riecheggiarono per la prima volta fra le pietre del millenario anfiteatro. L’allestimento che torna in scena è quello che nel 1982 volle Gianfranco de Bosio, regista, docente e per due volte Sovrintendente dell’allora Ente Lirico. Con un’operazione pioneristica di ricostruzione storica, partendo dai bozzetti dell’architetto Ettore Fagiuoli e dalle poche foto d’epoca, creò una nuova tradizione, non solo un omaggio al 1913 ma un dialogo continuo e costruttivo con gli interpreti di oggi.

Questo allestimento, il più fortunato e replicato nella storia dell’Anfiteatro, ad oggi conta 267 rappresentazioni (oltre un terzo delle 759 recite complessive di Aida in Arena) lungo 22 edizioni del Festival dal 1982: nell’ultima ripresa del 2019, curata personalmente da de Bosio, le scenografie furono restaurate e nuovi proiettori permisero disegni luci inediti, in particolare per il notturno sul Nilo dell’atto terzo. Anche il resto della produzione vuole ricostruire la magia del teatro d’opera come fu concepita a fine ‘800: per i costumi ci si è liberamente ispirati agli originari figurini dell’egittologo Auguste Mariette, colui che fornì a Verdi l’intreccio dell’opera, mentre la regia segue le disposizioni sceniche che lo stesso compositore curò per la prima milanese dell’opera nel 1872 nella movimentazione di solisti, ballo, figuranti, con gli ovvi adattamenti che un maestro del teatro quale era de Bosio seppe fare per l’ampiezza e la peculiarità degli spazi areniani.

Il Ballo di Fondazione Arena recupera le coreografie originali di Susanna Egri, sotto la diretta supervisione dell’autrice, con stelle della danza quali solisti: Eleana Andreoudi(cui succederà Futaba Ishizaki), Gioacchino Starace e Denys Cherevychko. La coreografa Susanna Egri segue questa produzione di Aida in Arena dal 1982, intraprendendo uno studio assiduo e ricerche accurate per portare in scena un lavoro fine e minuzioso rinnovato nel 2013, che rievoca il gusto ottocentesco del contesto in cui è stata composta l’opera, mettendo ulteriormente in risalto l’eccezionalità del palcoscenico areniano esaltata da questo spettacolo.

Sul podio, Daniel Oren dirige l’Orchestra di Fondazione Arena, il Coro preparato da Roberto Gabbiani, e un cast di voci di rilievo internazionale: Aida è il soprano Maria Josè Siri, Radames il tenore Piotr Beczała, Amneris il mezzosoprano Ekaterina Semenchuk, Amonasro il baritono Luca Salsi(che riprende il ruolo eccezionalmente per questa data), Ramfis il basso Alexander Vinogradov. Il cast si completa con il Re di Simon Lim, il Messaggero di Carlo Bosi e la Sacerdotessa di Francesca Maionchi.

Dopo il debutto del 10 agosto, altri interpreti di prestigio si alternano, come Elena Stikhina (22/8) e Anna Pirozzi (29/8 e 5/9) nei panni di Aida, Ivan Magrì (18/8) e Gregory Kunde (dal 22/8) come Radames, Ludovic Tézier (29/8) e Youngjun Park (le restanti date) come Amonasro, nonché Riccardo Fassi, Giorgi Manoshvili, Riccardo Rados.

GIANFRANCO DE BOSIO E L’ARENA. Il debutto di questa edizione di Aida, che coincide volutamente con la data della prima Aida di 111 anni fa, è dedicato a Gianfranco de Bosio (1924-2022), che Fondazione Arena di Verona ricorderà durante un convegno. Sabato 10 agosto, alle 15.30, nel foyer del Teatro Filarmonico, si terrà la tavola rotonda ‘Gianfranco de Bosio e l’Arena’. L’appuntamento, ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, è realizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura – Direzione generale per la Ricerca, l’Educazione e gli Istituti Culturali – e con il Comune di Verona, all’interno delle iniziative volute dal Comitato per il centenario del Maestro de Bosio. 

 
 
Mauro Bonato
Classe 1959. Sono iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1983. Sono stato il responsabile dell’ufficio stampa di Amia per oltre trent’anni. Appassionato di storia e cultura veronese ho fondato la rivista Civiltà veronese e una casa editrice che ha pubblicato importati volumi, tra cui alcuni racconti inediti di Emilio Salgari e “Le invenzioni del cerusico coltelli di Berto Barbarani”. Appassionato di storia religiosa ho pubblicato oltre mille schede biografiche di santi, beati, venerabili e servi di Dio. Dopo aver fatto il parlamentare, il sindaco e il consigliere comunale, da pensionato voglio torno ad occuparmi di quanto mi appassiona.