La Rossa Volante

 
 

È stata una serata davvero emozionante quella vissuta ieri sera al Teatro Smeraldo di Valeggio sul Mincio. Moltissima gente, anche venuta da lontano, ha voluto essere presente per condividere con Francesca Porcellato le emozioni della sua vita di atleta e donna.

Le sue vittorie e le sue sconfitte (da cui trarre insegnamenti per migliorarsi) hanno fatto emozionare il numeroso pubblico presente (teatro praticamente sold-out).

La sua vita raccontata in due ore intense e emozionanti, dall’infanzia segnata da quel tragico 21 marzo in cui avrebbe potuto lasciarci prematuramente, al grande lavoro fisioterapico per rimetterla in piedi, alla prima carrozzina solo sua, alla sua prima gara, al primo titolo nazionale sui 100 metri.

E poi la convocazione per le Olimpiadi di Seoul 1988 dove vince l’oro sempre nella gara regina dell’atletica leggera. L’incontro con Dino Farinazzo che le ha cambiato la vita, di atleta e donna.

Le tante sfide vinte contro tutto e tutti che hanno sempre caratterizzato ogni istante di lei, quel nomignolo di “Rossa Volante” che ben le si addice per la sua capigliatura e per quel desiderio come lei stessa ha raccontato “di voler sentire il vento colpirla in viso”, un segno tangibile della sua voglia di andare sempre più forte, di superare tutti gli ostacoli.

Ultime in ordine temporale le vittorie ottenute ai campionati del mondo di paraciclismo (due ori, cronometro e gara in linea) e quella al giro d’Italia (maglia rosa).

L’Handbike di Francesca

Personalmente conosco Francesca da molti anni e oltre la sua determinazione quello che di lei mi colpisce è il suo volto sempre sorridente, quel viso che gli studenti della scuola primaria di Valeggio sul Mincio hanno colto in pieno nei loro disegni, un segno che contraddistingue Francesca da sempre.

E lei, l’eterna ragazzina ha voluto dedicarci qualche istante per raccontare le sue emozioni dopo una serata così intensa e intrisa di emozioni vere.

L’emozione è stato vedere persone che sono venute da molto lontano per assistere a questo spettacolo. Ma soprattutto è stato vedere l’affetto della gente, i disegni dei bambini della scuola primaria di Valeggio che i hanno disegnata tutta colorata perché questo significa che vedono in me qualcosa di allegro e positivoMa anche l’affetto che si respirava in sala, questo è stato per me davvero emozionante“.

Il suo slogan è sempre stato non mollare mai e lei stessa lo ha ribadito: “Sì certamente, crederci sempre è la cosa che mi ha sempre contraddistinto. Questa non è solo la mia vita, ma anche quella di tutta la gente comune perché gli stop, le frenate brusche e i capitomboli ci sono sempre, ogni giorno. Per questo bisogna sempre crederci anche se tutto sembra remare contro, ci si deve rialzare anche se pensiamo di non farcela.

Noi siamo bravi, programmati per essere grandi: quindi crederci sempre e mollare mai”.

Una grande lezione di vita, una filosofia che tutti dovremmo tenere ben a mente perché arrendersi significa ammettere la sconfitta. Lei è sempre emersa, ha sempre reagito, non si è mai demoralizzata e questa sua tenacia la resa ancora più forte.

Un esempio di come la vita sia bella e vada vissuta pienamente giorno dopo giorno.
Grazie Francesca.

 
 
Davide Caldelli
Sono di Verona, nato il 15 gennaio, quindi Capricorno. Ho un temperamento deciso ma anche la giusta allegria per le origini senesi del nonno paterno. Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo conseguita con il massimo dei voti. Iscritto All’ODG del Veneto, nel tempo libero sono istruttore minibasket a Lugagnano. Scrivo per il Corriere dello Sport. Credo neello sport per tutti. Nel 2014 la mia passione mi ha portato a Sochi per seguire i Giochi Paralimpici Invernali. Amo il Teatro: Shakespeare in particolare. Mi piace il nuoto e quando posso vado in mountain bike. Sono sincero: dico sempre quello che penso. Sempre di corsa ma mi piace così.

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