La replica di Sboarina: “Parole usate come clava, a qualcuno non interessa pacificazione nazionale”

 
 

Liberarsi nella libertà.

Lascio le strumentalizzazioni inutili ad altri. Sarebbe questa la democrazia e il rispetto per le ricorrenze istituzionali? L’unico esercizio che si nota è quello delle parole usate come una clava sul 25 aprile, mentre da più parti oggi è stato sottolineato che deve essere la festa di tutti”.
Nella caotica galassia – un posto affollato di ricordi ricordati male – delle celebrazioni del 25 aprile, anche l’edizione 2019 si è contraddistinta per alcune punte di notevole democrazia “partecipata”, quali la distruzione e lo sfregio di tutti quei simboli che, secondo gli organizzatori, non vogliono sentirsi “liberati”.
Oltre ai monumenti in ricordo dei caduti del dramma delle Foibe, ai vivi viene riservato un trattamento “di favore”.
Ecco dunque la risposta del primo cittadino scaligero Federico Sboarina, un sindaco “che gioca a nascondino e si limita al “minimo sindacale” senza rendere omaggio a nessun eroe caduto per mano dei nazifascisti” (cit. Associazione Figli della Shoah”).
Oggi [ieri, n.d.R] ho mantenuto gli impegni istituzionali delle celebrazioni, in una settimana in cui ho annullato gli appuntamenti per questioni familiari. Inoltre, per tutta la giornata, un rappresentante del Comune è presente ovunque, così come un mio rappresentante è andato alla manifestazione per un veronese illustre come Giorgio Gioco. La pacificazione nazionale – conclude Sboarina – non deve essere solo uno slogan, deve essere un impegno di tutti, ma evidentemente a qualcuno non interessa“.
 
 

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