Il 2 febbraio 2017 l’Autorità per l’energia elettrica, il Gas e il sistema idrico ha emanato tre delibere, 40-41-42, con le quali ha sanzionato AGSM Distribuzione, Agsm Verona e Agsm energia per un totale di 5 milioni e 300 mila euro.
A seguito di una visita ispettiva, svoltasi a fine maggio 2011 da parte del Gruppo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza, l’Autorità ha accertato una serie di violazioni a carico della capo gruppo e delle controllate.
In sostanza le società sanzionate non avrebbero rispettato le norme destinate a garantire i principi di economicità e redditività, della riservatezza dei dati aziendali, compromettendo quindi la promozione della concorrenza, l’efficienza ed adeguati livelli di qualità nell’erogazione dei servizi.
Tali condotte illegittime – si legge dal comunicato del Movimento 5 Stelle – sono peraltro state adottate in accordo e consapevolmente dagli organi politici dei vertici aziendali, come risulta dal verbale del CDA del 5 novembre 2010 in cui il neo presidente Paternoster –insediatosi neppure un mese prima- congiuntamente al vice presidente Bonomi, al direttore Generale della Holding Cigolini e ai presidenti di AGSM Energia e Distribuzine dichiarano: la capogruppo è d’accordo […] su un rallentamento della messa a regime del nuovo sistema gestionale. E in una lettera inviata dal Presidente della Holding “relativa alla questione dei sistemi informativi evidenzia […] che resta il problema legato al rischio sanzioni” .
Altra gravissima violazione riguarda la capogruppo che ha violato le norme della libera concorrenza tra le parti: infatti, mentre le attività di finanziamento nell’ambito del gruppo societario si svolgevano senza contratti scritti, le transazioni intercompany venivano effettuate senza documentazione comprovante la determinazione del prezzo unitario.
Ed oggi? Il quadro societario e gestionale delle società coinvolte dalle sanzioni è pressochè immutato e questo è molto grave. Sotto il profilo economico tale sanzione, e l’eventuale ulteriore che venisse comminata infliggeranno un danno finanziario inestimabile alla principale azienda veronese che eroga servizi pubblici essenziali. La società si troverebbe in difficoltà economiche tali da dover ridurre gli investimenti sulla rete di distribuzione gas ed elettricità ai danni dei cittadini. Insomma, paga pantalone.
A livello politico queste condotte confermano la malagestio pubblica attuata sia dalla Lega sia dal “dis”Fare di Tosi.
Benciolini Gianni, capogruppo in comune: “M5S ritiene che i responsabili di tale scempio debbano risarcire integralmente e immediatamente e in solido il danno erariale causato, e per questo procederemo tempestivamente alla Corte dei Conti. Quanto alla situazione attuale si invitano gli odierni vertici politici ad adeguare immediatamente la gestione della capo gruppo e delle controllate in conformità alle norme vigenti e a dimettersi qualora tergiversassero ancora.”
Alessandro Gennari, candidato sindaco del M5S di Verona: “Noi proponiamo di attuare immediatamente quanto previsto dalle autorità, ovvero di separare in due rami d’azienda la compagine sociale, uno in libero mercato con aziende separate per la vendita e la gestione delle reti energetiche, e l’altro sotto diretto controllo del comune, cioè società in house e non quotate in borsa, per garantire la tutela dei servizi ai cittadini veronesi. Tale gestione garantirebbe ai cittadini efficienza dei servizi offerti, convenienza sulle tariffe e finalmente una vera gestione trasparente”.