Sempre più in alto.
Vogliamo porvi, carissimi lettori di Verona News, una sorta di “sondaggio mentale”, con la promessa – da parte vostra – di NON proseguire nella lettura del presente articolo (pena disonore totale, vergogna ma soprattutto uno spoilerone da fuoco).
“Quali sono tutte le immagini che vi vengono in mente se dovete pensare alla montagna?”.
“Fatto? Bene!” (cit.)
Nella serata inaugurale di Verona Mountain Film Festival 2019 avvenuta ieri si sono davvero toccate – in un linguaggio – delle “vette altissime” così come testimoniato dalle foto diffuse dall’organizzazione.
Uno dei momenti salienti di ieri è stato l’esibizione del Coro Scaligero dell’Alpe del Cai di Verona diretto dal Maestro Matteo Bogoni (Presidente Maurizio Zandonà).
La formazione è composta da 24-28 elementi, ed il repertorio ha compreso brani in vernacolo, in lingua italiana, lingue straniere e canti popolari.
La serata è proseguita con la proiezione del film fuori concorso: Mountain, di Jennifer Peedom.
Fino a tre secoli fa, le montagne erano luoghi di pericolo, non di bellezza. Quando a metà del XX secolo l’Everest venne conquistato, l’alpinismo era già diventato una ricerca della perfezione e le montagne venivano viste come avversari da sconfiggere. Oggi, mentre milioni di persone sono incantate dalla loro magia, le montagne sono diventate teatri di svago: gestite e mercificate come parchi giochi. Ma le montagne sono molto di più di una distrazione o un nemico da battere. Il loro valore risiede nel ricordarci i limiti delle nostre ambizioni.
Nel dettaglio della foto, l’intervento sul palco dell’assessore alle strade, giardini e decentramento Marco Padovani.
Da oggi e fino a venerdì 8 marzo tutte le sere dalle 20,30 verranno proiettati i film in concorso come da programma.
Trovate tutte le specifiche relative al programma completo a questo sito.