La “Memoria rende liberi”: Esiste una “memoria double face”? Ancora su Segre ed Almirante

 
 

L’approssimarsi del “Giorno della Memoria” mi dà lo spunto di parlare della memoria umana.

Se è vero che la “Memoria rende liberi”, come il titolo dell’ultimo libro di Liliana Segre, la domanda che potrebbe legittimamente sorgere in noi è: “rende liberi da chi e da che cosa?”.

E qui ognuno di noi renderà la propria risposta. Ne formulo qualcuna generalista: rende liberi di scegliere, rende liberi di non scegliere, rende liberi di difendere le proprie convinzioni, rende liberi di restare pervicacemente, nonostante tutto, neutrali. E così via.

Ma cos’è la memoria?

Inizio col dire che noi siamo la nostra memoria o per meglio dire le nostre memorie, come ci insegnano le neuroscienze e la psicologia.

A partire da queste e grazie a queste percepiamo, ci muoviamo, pensiamo, parliamo, ci emozioniamo e sentiamo, pianifichiamo e progettiamo. Esse determinano le nostre decisioni e definiscono persino la nostra identità. E’ opportuno però preliminarmente sfatare la concezione tradizionale della memoria come una sorta di registrazione precisa di fatti o dati concreti in quanto la nostra memoria non è un hard disk che raccoglie le nostre esperienze, è invece opportuno considerarla piuttosto come un processo cerebrale complesso e fragile che costruisce immagazzina e recupera ricordi in costante evoluzione.

Il motivo per cui i ricordi vanno svanendo è dovuto al fatto che il sistema nervoso non dispone di una capacità illimitata di immagazzinamento, le sue diverse componenti non sono statiche bensì dinamiche tali da stabilire tra loro combinazioni intrecciate nel corso del tempo. Il nostro ricordo pertanto oltre a sfumare progressivamente, sarà sempre meno fedele alla realtà, è possibile che a posteriori andremo ad aggiungere alla rete originale nuove connessioni in grado di modificarlo, magari incorporando qualche dettaglio relativo episodio adesso contemporaneo o modificando ciò che conserviamo a partire dalla nostra esperienza emozionale.

Il ricordo e plastico non marmoreo. La contaminazione, l’intersezione tra ricordi distinti è un’esperienza comune e ha un fondamento neurobiologico. Quando si recupera un’informazione custodita nella memoria si attivano nuovamente i processi biochimici, perciò, in un certo modo, ogni volta che viene ravvivato un ricordo si ricostruisce biologicamente.

Questo è il modo in cui le nostre memorie rianimano il passato. Quando rivisitiamo un ricordo non ci limitiamo a recuperarlo in modo oggettivo sempre uguale, come ad esempio estrarre un libro dal cassetto o aprire una porta. Ciò che sperimentiamo nel rivisitare è un’azione che porta la struttura neurale della memoria a modificare il ricordo, il quale, per la sua plasticità, viene modellato nel corso del tempo in differenti rivisitazioni. Nello specifico, se un ricordo è stabile e non si altera minimamente, spesso si ingenerano affezioni nocive, come ossessioni e fissazioni angosciose.

Ecco perché è importante, ogni anno (in realtà ogni giorno) ricordare e celebrare il “Giorno della Memoria“, il tempo modella ed amplifica il ricordo collegando “quel” passato con i fatti emergenti del presente restituendolo “aggiornato”. Gli eventi di matrice razzista, di emarginazione, di “selezione” del diverso sono li a testimoniarlo quasi quotidianamente.

Nei prossimo giorni la politica parteciperà alla commemorazione del 27 gennaio, Consiglieri, e Assessori del Comune di Verona si alterneranno con la fascia tricolore nelle varie manifestazioni che si svolgeranno nell’area comunale.

Può esistere una “memoria double face”?. Leggendo la forte, ma civile, contrapposizione in corso in merito alla cittadinanza onoraria conferita dal Consiglio Comunale di Verona il 16 gennaio 2020, su proposta del Consigliere Michele Bertucco, alla Senatrice Liliana Segre e il conferimento “in fieri” di un toponimo a Giorgio Almirante, deliberato dal Consiglio Comunale il 14 marzo 2019, ed approvato, tra mille polemiche, dalla Commissione comunale toponomastica il 5 novembre 2019 ed in ultimo dalla Giunta comunale con Delibera 3 dell’8 gennaio 2020 – la quale peraltro ha inserito al toponimo il titolo “on.” in precedenza non previsto – la risposta parrebbe di si.

In questo senso la mia memoria va chi, all’interno del Consiglio Comunale nella seduta del 14 marzo 2019 ha votato a favore – a sfavore, si è astenuto o era assente – della Mozione 406 presentata il 15 giugno 2018 dal Consigliere e Presidente del Consiglio Comunale Ciro Maschio, e dai Consiglieri Vito Comencini, Roberto Simeoni e Andrea Bacciga avente ad oggetto l’istituzione del nuovo toponimo, “Via Giorgio Almirante”.

Di seguito l’esito votazione del Consiglio Comunale del 14 marzo 2019:

FAVOREVOLI: 21

  1. Adami Maria Fiore
  2. Bacciga  Andrea
  3. Bianchini Stefano
  4. Bocchi Laura
  5. Bressan Paola
  6. De Marzi Matteo
  7. Drudi Daniela
  8. Ferrari Leonardo
  9. Grassi Anna
  10. Laperna Thomas
  11. Leso Anna
  12. Maschio Ciro
  13. Paci Massimo
  14. Perbellini Daniele
  15. Rossi Paolo
  16. Russo Rosario
  17. Sesso Nicolo’
  18. Simeoni Roberto
  19. Velardi Andrea
  20. Zandomeneghi Marco
  21. Zelger Alberto

CONTRARI: 5

  1. Bertucco Michele
  2. Gennari Alessandro
  3. La Paglia Elisa
  4. Vallani Stefano
  5. Vanzetto Marta

ASTENUTI: 0

NON ESPRESSO: 0

ASSENTI: 11

  1. Benini Federico
  2. Bisinella Patrizia
  3. Bonato Mauro
  4. Bozza Alberto
  5. Comencini Vito
  6. Ferrari Tommaso
  7. Meloni Paolo
  8. Padovani Carla
  9. Padovani Gianmarco
  10. Sboarina Federico
  11. Tosi Flavio

Come si riesca a conciliare l’uno – “Il Giorno della Memoria” – con l’altra – “la cittadinanza onoraria a Liliana Segre”, io ad oggi, dopo lunga riflessione (tuttora in corso), non l’ho ancora capito. Forse è un mio limite. Ad ogni modo se incontrerò uno dei ventuno favorevoli ad una celebrazione del “Giorno della Memoria” glielo chiederò.

Alberto Speciale

(foto copertina: vignetta fabiomagnasciutti)

 
 
Alberto Speciale
Classe 1964. Ariete. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa, amante della trasparenza con un interesse appassionato, inesauribile, sfacciato, per i fatti degli uomini. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. "Sono responsabile di quel che scrivo non di quel che viene capito"

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