La marcia del COVID19 fra tutti gli attuali vulnerabili (non immuni) è al 0,3%

 
 

Il virus Sars-Cov-2 circola all’interno della nostra regione con una prevalenza nella popolazione intorno al tre per mille.

La stime è contenuta in una ricerca coordinata da Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università di Padova, che ha condotto uno Studio di Prevalenza di Positività nella popolazione generale, con la collaborazione dell’Ateneo di Verona, Guardia di Finanza e Croce Rossa.

I risultati di quest’applicazione congiunta, illustrati nella giornata odierna dallo stesso prof. Baldo, si sono potuti ottenere effettuando un tampone rapido – test di terza generazione – in 12 sedi diverse della regione nel periodo dall’8 al 27 gennaio scorsi, quando il Veneto si trovava in zona “arancione“.

A sottoporsi al test sono state 4.678 persone, di cui 4.619 (il 98,7%) cittadini residenti. L‘età media del campione è di 47,2 anni (da 1 a 104 anni).
Lo scopo era verificare quale potesse essere l’incidenza del virus nella popolazione mai venuta a contatto con il sistema di prevenzione, ossia che non aveva mai fatto un tampone, non aveva avuto – o saputo di avere – contatti con persone positive.

Nel campione testato sono stati individuati 14 soggetti positivi, età media di 43,6 anni, pari allo 0,30%; una media che va dallo 0% riscontrato nella provincia di Venezia fino all’1,65% di Belluno. Tutti erano pauci-sintomatici o asintomatici, e sono stati segnalati all’ULSS di residenza per l’isolamento domiciliare.

La maggior prevalenza è stata individuata tra i clienti della grande distribuzione, familiari o altre categorie (0,58%), addetti alla GDO (0,19%) volontari della Croce rossa (0,20%), dipendenti comunali (0,11%), e nessuno tra i militari della GDF.

Il 28% dei soggetti si è vaccinato contro l’influenza, mentre l’84% si vaccinerebbe contro il Covid. Dei contrari al vaccino anti-Covid, i positivi erano lo 0,61% contro lo 0,28% dei favorevoli.

Lo studio – ha commentato Baldo – ha confermato una circolazione ridotta nell’ultimo mese. Chi arrivava da noi non era entrato in contatto con i Dipartimenti di Prevenzione, non era stato sottoposto a contact tracing, non intercettato dai tamponi. In una situazione di bassa prevalenza, in assenza di link epidemiologici, è indispensabile fare ulteriori indagini, perché il valore predittivo con bassa prevalenza è molto ridotto.
Andremo ora a valutare quel che è successo nei 15 giorni dopo, per capire cosa sta succedendo a questa coorte.
Nel territorio regionale Veneto – ha puntualizzato Baldo – gli asintomatici si riducono, ma stanno ancora circolando. Servirà un’indagine di sieroprevalenza. Poi lo studio delle varianti potrebbe spiegare quel che sta succedendo, ossia la caduta delle curve che in Veneto va in maniera differente di altre regioni”.

 
 

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