La Manovra di bilancio drena risorse a lavoratori e pensionati: in arrivo lo sciopero

 
 

“E’ l’ennesima manovra di bilancio, con la quale si gestiscono le risorse, molte delle quali derivanti dai contributi e tasse pagate dai lavoratori, che viene decisa senza un confronto con le parti sociali e che viene presentata in parlamento praticamente blindata. Una manovra che riteniamo sbagliata perché drena risorse ai lavoratori dipendenti e pensionati attraverso l’Irpef per destinarle a vantaggio di pochi, si tagliano i servizi alla collettività, lasciando la sanità allo stremo, e i Comuni soli ad affrontare la crescente povertà . Altro che economia alle stelle: siamo al ventesimo mese di produzione industriale in calo e si tagliano 4,6 miliardi al fondo automotive mettendo in crisi tutto il comparto della componentistica che è tutto ciò che ci resta dell’industria automobilistica in Italia. Anche a Verona con l’aumento dell’utilizzo della Cassa Integrazione si avvertono i segnali della crisi, e della dipendenza dal mercato Tedesco delle nostre imprese”.

Così la Segretaria Generale Cgil Verona Francesca Tornieri e il Coordinatore Provinciale di Verona Uil Veneto Giuseppe Bozzini richiamano alcune delle principali ragioni che hanno mosso le rispettive organizzazioni sindacali a dichiarare lo sciopero generale nazionale per venerdì 29 novembre.

A Verona l’appuntamento è in piazza Cittadella, con concentramento alle ore 10.00. Da lì partirà il corteo di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati che attraverserà una parte del centro storico per far ritorno allo stesso luogo verso le 12.00. I comizi saranno affidati per la Cgil a Tania Scacchetti, Segretaria nazionale dello Spi Cgil e per la Uil allo stesso Giuseppe Bozzini, Coordinatore provinciale di Verona Uil Veneto.

“Circa la metà dell’aumento di gettito fiscale che registrano le casse dello Stato deriva dai 15 miliardi versati in più da lavoratori dipendenti e pensionati, ai quali non è rimasto in tasca nulla dell’asserita riduzione del cuneo fiscale. E ora, con la propaganda di aver reso strutturale la riduzione del cuneo fiscale per gli anni a venire , fanno credere di aver dato ai lavoratori un incremento delle loro retribuzioni, sembra la storia comica di Totò che vende la Fontana di Trevi. Noi chiediamo che questi 15 miliardi vengano redistribuiti a favore di sanità, servizi sociali, servizi sul territorio, politiche industriali, rilancio dei salari” sottolinea Tornieri.

“Il Governo che svolge la funzione dello Stato come datore di lavoro, propone per i suoi dipendenti pubblici aumenti salariali nell’ordine del 6-7% ,quando l’inflazione cumulata nell’ultimo triennio e del 18-20%. I dipendenti dei settori privati attendono da anni una legge sulla rappresentanza sindacale e l’introduzione di un salario minimo che contenga la diffusione dello sfruttamento dei Contratti pirata firmati da sindacati di comodo che riducono i diritti dei lavoratori, servirebbe inoltre un contributo del Governo per favorire il rinnovo dei contratti nazionali scaduti. Per i giovani dobbiamo dare possibilità di lavoro e reddito solide per un futuro possibile, non con lavori precari e la prospettiva di pensioni alla fame, non si può aumentare la liberalizzazione del lavoro somministrato e stagionale nelle imprese. Già oggi l’80% delle assunzioni sono a termine” rimarca Bozzini.

“Serve una vera riforma fiscale che ripristini la progressività nelle imposte che adesso per la maggior parte vengono pagate da un 20% della popolazione dipendente. Basta con i condoni. Facciamo in modo di far pagare il giusto a tutti in modo proporzionale al reddito, bisogna agire per eliminare tutte le forme di irregolarità fiscale e contributiva. Aumentare gli investimenti sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Fornire maggiori opportunità e tutele per i giovani, perché soltanto fornendo una prospettiva alle giovani generazioni si dà una speranza al Paese” concludono Tornieri e Bozzini.