Questa mozione nasce dall’urgenza di procedere nella vaccinazione di tutte le persone colpite da autismo e di coloro che le accudiscono. A causa della pandemia – e dei conseguenti lockdown e restrizioni – le famiglie sono “in ginocchio“, come ha dichiarato non più tardi di lunedì il leader della band Elio e le Storie Tese il cui figlio soffre di questo disturbo. Stefano “Elio” Belisari, in un accorato appello sui media nazionali, in vista della Giornata della Consapevolezza sullo Spettro dell’Autismo il prossimo venerdì 2 aprile, ha chiesto che le persone autistiche e le loro famiglie vengano vaccinate al più presto.
Il numero dei soggetti autistici è in continuo aumento, il calcolo ad oggi si attesta in misura di 1 su circa 70 nuovi nati, secondo l’Osservatorio Nazionale Autismo. I nuclei familiari coinvolti sono almeno 600mila.
La quotidianità di chi vive questa patologia è scandita da particolari condizioni. A tal proposito è stato elaborato “Welcome Blue”, il protocollo integrato nato dal tavolo di lavoro con il dottor Leonardo Zoccante, referente per il Centro di riferimento Regionale per l’Autismo e le realtà commerciali e associative interessate, coordinate dall’Assessorato al Commercio del Comune di Verona, per sensibilizzare gli esercizi commerciali e artigiani sul tema dell’autismo e per porre in atto accorgimenti in modo da rendere fruibile e confortevole la permanenza delle persone con questa patologia all’interno degli stessi.
Le medesime modalità del protocollo – personale preparato, diminuzione degli stimoli sonori e luminosi, eliminazione dei tempi di attesa, possibilità di locali separati e calmi, processi preventivi di conoscenza del luogo e delle persone – andrebbero traslate a maggior ragione in occasione di un evento medico eccezionale come una vaccinazione. I consiglieri Bocchi e Bacciga, firmatari del documento chiedono quindi che si proceda al più presto nella vaccinazione di queste categorie, da attuarsi in contesti più piccoli e tranquilli come le farmacie, o già conosciuti dagli autistici, come gli studi dei medici di base, o ancor meglio a domicilio, dal momento che i grandi HUB, come Verona Fiera, sono ambienti inadatti alla loro accoglienza.