La Dama Bianca e la sindrome della memoria corta….

 
 

La malattia del secolo… 

A leggere oggi l’intervista rilasciata domenica su L’Arena di Verona della dott. Scarpa, a quasi 9 anni dal “golpe” della SAVE sulla Catullo S.p.A., ci sovviene come spesso per qualcuno i numeri siano solo una finzione e possano essere letti a proprio uso e consumo.

Ma si sa che le bugie hanno le gambe corte e la verità finisce per prevalere sulle sciocchezze. Cominciamo col rilevarne una tra le dichiarazioni della Dott.ssa Scapa che diventa AD di Catullo solamente dopo le dimissioni del precedente AD e non dal 2014.

Poi troviamo molto importante evidenziare che:

1) l’ingresso della SAVE è stato “non conforme alla legge” come chiaramente evidenziato dall’ANAC (qui pubblicato con commenti), e al momento dell’ingresso di SAVE la società fosse già ristrutturata e messa in sicurezza con interventi strutturali (chiusura società di Handling, della Catullo Park e altre attività in perdita) che difficilmente avrebbe potuto fare SAVE. Sono fuoriusciti quasi 300 unità (e mai recuperati) e non bisogna dimenticare che i soci hanno fatto nel 2012 un aumento di capitale di 15 milioni per salvaguardare la continuità aziendale. Pertanto SAVE, come abbiamo più volte scritto, ha si trovato una società ristrutturata e da rilanciare, ma sicuramente in equilibrio come mostra il bilancio 2014 (già pubblicato qui).

2) Il vero disastro è stato proprio l’ingresso di SAVE che dal 2014 ad oggi non ha dato un senso allo sviluppo previsto e fatto diventare la Catullo S.p.A. una succursale di SAVE senza una sua identità strategica in una “catchment area” così importante come quella del Garda.

Questo, ripeto, è stato il vero disastro per la Catullo.

3) La Dott.ssa Scarpa continua a dire il contrario della verità quando colloca la scalo di Venezia al 3° posto in Italia. I dati Assaeroporti del 2019 evidenziano lo scalo di Tessera al 4° posto con 11.5 milioni di pax con Bergamo saldamente al 3° posto (13.2 milioni) insediato da Napoli (10.8 milioni) che stava crescendo con una crescita esponenziale e che avrebbe sicuramente fatto retrocedere Venezia al 5° posto. Ci fa sorridere come il collega che ha fatto l’intervista non abbia controllato i numeri veri, ma si sia “fidato” anche lui della Dama Bianca. Bastava andare sul sito dell’ente che snocciola numeri veri…

4) Che non ci siano stati fatti i necessari investimenti di rilancio da parte di SAVE in quasi 9 anni di “occupazione” è chiaro ed evidente a tutti. Il progetto Romeo, pensato come soluzione “temporanea” prima di dare un Terminal con standard europei ad una città e ad un territorio, è diventato la soluzione di tutti i problemi, sponsorizzata dal Presidentissimo Arena, dalla spalla Riello e dall’ormai ex sindaco Sboarina. Ci fa quasi tenerezza la Dott.ssa Scarpa nella sua incompetenza quando poi dice che Verona farà 5 milioni di passeggeri e noi ci chiediamo dove in quale terminal? Basta conoscere questo business per capire che questo non sarà possibile ed il territorio del Garda cadrà in una crisi ricettiva senza precedenti. Abbiamo più volte evidenziato che fare qualche banco check-in in più, senza toccare il terminal arrivi, non porterà a niente e dico purtroppo per il territorio.

5) La Dott.ssa Scarpa parla sempre dei disastri delle precedenti gestioni senza capire che il socio pubblico, oltre ad essere quello dei disastri è ancona il suo socio di maggioranza e decide con lei all’unanimità; allora perché continuare ad insistere su questo tema senza spiegarci perché nulla è stato fatto dalla sua SAVE, e dico nulla in questi 9 anni?

6) La Dott.ssa Scarpa, sia come sia, è comunque entrata nel Guiness dei primati per aver chiuso il terminal passeggeri a Brescia e averlo trasformato in magazzino: il primo aeroporto al mondo all cargo! Un errore così clamoroso che in un paese normale chi in ENAC ha dato l’approvazione dovrebbe essere processato per danno erariale visto il costo di un terminal passeggeri rispetto a quello di un magazzino. Lo scalo di Montichiari è stato la ragione principale (scusa usata dai soci pubblici) per l’ingresso di SAVE in Catullo. A 9 anni dal loro ingresso lo scalo non ha mai visto un volo passeggeri e continua a perdere milioni di euro l’anno. E di questo disastro cosa ci dice la Dott.ssa Scarpa?

Verona e tutto il territorio del Garda sono l’unica zona della “locomotiva” del nord Italia a non avere un piano di sviluppo aeroportuale adeguato alle esigenze del territorio, e ciò, oltre ad essere molto grave, è inspiegabile. Forse la causa è una politica locale assente!

Qualche trombone ora scriverà che bisogna intervenire, che non è possibile finire così, che ce la raccontano e non hanno fatto alcun investimento… Tutto già noto.

Dal 6 gennaio del 2018 da queste colonne abbiamo portato avanti un’inchiesta con numeri e riferimenti. In molti ne hanno parlato, alcuni si sono dai da fare, ma chi può decidere si è voltato dall’altra parte.

Oltre al Covid anche il consociativismo che regna a Verona è a tutti gli effetti una pandemia.

Il giornale principale della città che fa da sponda ad un’intervista (che sia un redazionale?) che sicuramente rasenta (se non addirittura supera) la fantasia evitando di sottolineare, invece, che il disastro in questi anni è stata proprio SAVE ed il fatto che non sia stata fatta una gara internazionale per la ricerca di un socio industriale vero, in grado di sviluppare gli scali di Verona e Brescia con una visione di medio-lungo termine.

Chissà che il 2023 non porti una vera novità, visto che il C.d.A è in scadenza e che per piazzare i propri cavalli, talvolta si usano le maniere forti… 😉

Barbara Cotta Morandini

 
 

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