Iniziata di ieri in Toscana la prima sperimentazione di It-alert, sistema di allarme pubblico nazionale che potrà avvertire gli italiani in caso di emergenze quali eventi climatici estremi o altri disastri umani e ambientali. Nei prossimi giorni nuove prove in quattro regioni, mentre entro la fine dell’anno saranno coinvolte tutte le regioni della penisola. Doveva partire nel 2020
È partita ieri la sperimentazione di It-alert (www.it-alert.it) , ovvero il sistema di allarme pubblico gestito dalla Protezione Civile. Prima giornata di test in Toscana, dove è stato inviato un messaggio di “prova” su tutti i cellulari, l’obiettivo è che It-alert possa avvisare la cittadinanza in futuro in caso di gravi emergenze o catastrofi ambientali. In questo caso i cittadini toscani hanno ricevuto una notifica, grazie alla tecnologia cell-broadcast, che permette una comunicazione unidirezionale e generalizzata che non avvenga attraverso applicazioni o sms, utilizzabile anche in situazioni in cui la linea sia limitata.
Che cos’è. IT-alert è il nuovo sistema di allarme pubblico nazionale di cui si sta dotando l’Italia per l’informazione diretta alla popolazione in caso di gravi emergenze imminenti o in corso. Non si tratta di un’applicazione, quindi non ci sarà bisogno di scaricare nulla, ma basterà avere il telefono acceso e connesso alla rete per ricevere la notifica che, una volta arrivata, bloccherà momentaneamente le altre funzionalità del telefono
IT-alert è attualmente in fase di sperimentazione. Una volta operativo, consentirà di raggiungere chiunque si trovi nella zona interessata dall’emergenza o dall’evento calamitoso, purché abbia il telefono acceso e connesso alla rete di telefonia mobile, fornendo informazioni sulla situazione di pericolo reale o potenziale.
Come previsto dalla Direttiva UE 2018/1972 per i sistemi di allarme pubblico e dal Codice delle comunicazioni elettroniche italiano, il servizio verrà attivato in caso di gravi emergenze o di eventi catastrofici imminenti o in corso. Nel nostro Paese, al momento, la Direttiva del 7 febbraio 2023 del Ministro della protezione civile e delle politiche del mare prevede, nell’ambito delle competenze del Servizio nazionale della protezione civile, sei casi per i quali potrà essere impiegato una volta terminata la sperimentazione:
- maremoto generato da un sisma;
- collasso di una grande diga;
- attività vulcanica, relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli;
- incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica;
- incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 (Direttiva Seveso);
- precipitazioni intense.
Terminata la sperimentazione, andrà a integrare le modalità di informazione e comunicazione già previste per informare la popolazione: IT-alert non sostituisce tutti gli altri strumenti di informazione d’emergenza, anche e soprattutto a livello locale, ma vi si affianca, nella convinzione che una comunicazione inclusiva e rivolta a tutti non possa che essere multicanale.
Si tratta di uno strumento potente che consente di diffondere con tempestività le prime informazioni sulle possibili situazioni di pericolo dando l’allarme a chi si trova nella zona interessata, ma non fornisce indicazioni rispetto all’esposizione individuale al rischio: per questo rimane fondamentale la diffusione di una cultura del rischio, attraverso la consapevolezza dell’importanza della prevenzione, della conoscenza delle caratteristiche del proprio territorio, dei comportamenti da adottare e delle buone pratiche di protezione civile.
Come funziona. Il servizio IT-alert dirama un messaggio di testo a tutti i telefoni cellulari presenti e attivi nell’area geografica a rischio, associato a un segnale sonoro diverso da quello delle classiche notifiche che riceviamo ogni giorno. In questa fase di sperimentazione è il Dipartimento della Protezione Civile che provvede all’invio dei messaggi IT-alert, ma come previsto la Direttiva del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare del 7 febbraio 2023, tutte le componenti del Servizio nazionale di protezione civile potranno progressivamente utilizzare direttamente il sistema.
Attraverso la tecnologia cell-broadcast i messaggi IT-alert possono essere inviati a un gruppo di celle telefoniche geograficamente vicine, capaci di delimitare un’area il più possibile corrispondente a quella interessata dall’emergenza. Il cell-broadcast funziona anche in casi di campo limitato o in casi di saturazione della banda telefonica.
Va tenuto presente che la tecnologia cell-broadcast presenta diversi limiti: è possibile che un messaggio indirizzato a un’area possa raggiungere anche utenti che si trovano al di fuori dell’area stessa (overshooting) oppure che in aree senza copertura il messaggio non venga recapitato. Inoltre, i dispositivi non ricevono i messaggi IT-alert se sono spenti o privi di campo e potrebbero non suonare se la suoneria è impostata in modalità silenziosa. In alcuni casi l’utilizzo di una vecchia versione del sistema operativo può comportare problemi nella ricezione dei messaggi IT-alert.
La sperimentazione. Il periodo di sperimentazione terminerà a febbraio 2024. I primi test del sistema di allarme pubblico, che hanno riguardato l’implementazione tecnologica, l’invio e la ricezione dei messaggi in vari formati e l’analisi dei primi feedback, sono stati condotti già in occasione delle esercitazioni di protezione civile “Vulcano 2022” e “Sisma dello Stretto 2022”, rispettivamente ad aprile e novembre dello scorso anno.
Dopo il test di ieri in Toscana verranno svolti i seguenti ulteriori test regionali di invio del messaggio: 30 giugno Sardegna; 5 luglio Sicilia; 7 luglio Calabria; 10 luglio Emilia-Romagna.
Entro la fine del 2023 verranno effettuati i test nelle altre Regioni e nelle Province Autonome di Bolzano e Trento. L’attuale fase di sperimentazione è finalizzata a integrare le modalità di informazione e comunicazione già previste dalla normativa vigente con il sistema IT-alert. I test consentiranno inoltre di far conoscere IT-alert come nuovo sistema di allarme pubblico che, in caso di gravi emergenze e catastrofi imminenti, potrebbe raggiungere i territori interessati.
Ecco, sui territori interessati da una grave emergenza, l’utima in Emilia ma andando indietro ricordiamo anche la tragedia nelle Marche del settembre 2022, alcune considerazioni.
Una direttiva europea imponeva che un servizio di allerta pubblico per cellulari fosse implementato entro il 21 giugno 2022. In Italia non è stato ancora attivato, nonostante del sistema IT-Alert si faccia menzione nel decreto legge del 18 aprile 2019, nel decreto del presidente del Consiglio del 19 giugno 2020, nella direttiva del presidente del Consiglio del 23 ottobre 2020 e nel Decreto legislativo dell’8 novembre 2021. Dopo quattro anni di parole adesso si inzia la ‘sperimentazione’, e non in tutta la penisola.
La mancata attivazione di It-alert era stata oggetto anche di una interrogazione parlamentare del senatore Candiani depositata il 30 novembre 2021, rimasta priva di risposta.
Quante vite si sarebbero potute salvare se IT-Alert fosse stato attivato con i tempi richiesti dall’Unione europea?
Alberto Speciale
(Fonte notizia Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare)