Intitolata a “Alberto Benato la Sala Polifunzionale delle Golosine

 
 

È stata inaugurata questa mattina alla presenza di numerose autorità la sala Polifunzionale alle Golosine e intitolata ad “Alberto Benato”, un giovane morto il 15 marzo 2008 vittima della strada.

I genitori, Stefano Benato e Patrizia Pisi, da quel momento hanno iniziato a lottare affinché in Italia si istituisse una legge che potesse tutelare i familiari di queste vittime che mai avevano trovato voce. La battaglia, durata molti anni, ha portato, tre anni orsono, alla Legge sugli omicidi stradali.

Oggi, in questa giornata di ricordo e forse anche di tristezza, finalmente Stefano e Patrizia, hanno visto uno spiraglio di luce. La sensibilità politica bipartisan ha avuto finalmente il suo epilogo con l’intitolazione ad Alberto Benato, della sala polifunzionale situata in quarta circoscrizione.

Patrizia e Stefano, pur nel loro dolore, hanno saputo reagire e sono proprio le parole di Patrizia che devono far riflettere ognuno di noi: “È una soddisfazione molto grande perché oggi diamo un segno molto grande. Dobbiamo toglierci dalla testa che le vittime della strada siano di serie “B”. Alberto, oggi è qui presente e io sono il suo tramite. La gioia è grande anche perché finalmente anche le amministrazioni iniziano ad ascoltarci“.

Qual è stato il ruolo di Verona in tutto questo percorso?
Devo dire che il Comune di Verona è sempre stato molto sensibile su queste tematiche riguardanti l’omicidio stradale. Ci hanno dato sempre spazio, ci hanno sempre dato la possibilità di illustrare le nostre ragioni e quello di oggi è segno che sono orgogliosa di condividere”.

Lei si ritiene la voce di chi non ha invece più voce?
Si, perché purtroppo le vittime della strada, non parlano, sono sempre in disparte. Persone che vivono nel loro dolore. Io, invece, sono riuscita a portare il mio dolore agli altri. A fare qualcosa di buono, a portarlo fuori. ho trasformato il dolore in amore. È necessario che tutte le vittime della strada si diano quella forza che io e mio marito Stefano abbiamo avuto nel lottare per tutte le nostre battaglie per amore dei loro figli rubati troppo presto alla loro vita”.

Da tre anni c’è la legge per questo tipo di reati nata da una lotta comune, da un fare rete che tu ha individuato come l’unico sistema per dare almeno un conforto alle vittime della strada che ne pensa?

Io, con un social network come Facebook, sono riuscita a fare una rete meravigliosa. Tutto è partito nel 2008, dopo la perdita di Alberto. Questo ha portato, nel 2011, 500 mamme a Roma. Da quel momento è iniziata la nostra battaglia, con la nostra presenza, le nostre magliette con le foto dei nostri figli per chiedere a gran voce che si legiferasse per creare la legge sull’Omicidio Stradale”.

È stato un percorso abbastanza lungo se non ricordo male, vero?
Si, ci abbiamo messo del tempo ma alla fine la nostra tenacia e la nostra volontà è stata premiata”.

È stata una cerimonia alquanto toccante anche perché conosco personalmente Stefano e Patrizia e la loro determinazione li ha sicuramente premiati. Purtroppo la legge non è sufficiente, occorre, come è stato più volte sottolineato, anche l’educazione, il comportarsi secondo le regole quando si è alla guida di un veicolo.

Questo è ciò che fanno, quotidianamente, i genitori di Alberto. Il loro messaggio non si ferma pertanto qui ma va oltre per dare sempre voce chi non ce l’ha. Un grazie personale a entrambi per la loro tenacia e determinazione che ogni giorno si manifesta in tutti i gesti che fanno che forse possono servire a prevenire e salvare altre vite.

 
 
Davide Caldelli
Sono di Verona, nato il 15 gennaio, quindi Capricorno. Ho un temperamento deciso ma anche la giusta allegria per le origini senesi del nonno paterno. Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo conseguita con il massimo dei voti. Iscritto All’ODG del Veneto, nel tempo libero sono istruttore minibasket a Lugagnano. Scrivo per il Corriere dello Sport. Credo neello sport per tutti. Nel 2014 la mia passione mi ha portato a Sochi per seguire i Giochi Paralimpici Invernali. Amo il Teatro: Shakespeare in particolare. Mi piace il nuoto e quando posso vado in mountain bike. Sono sincero: dico sempre quello che penso. Sempre di corsa ma mi piace così.

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