Remo Sernagiotto,
candidato per Fratelli d’Italia nella circoscrizione Nord Est, risponde ad alcune domande riguardanti le infrastrutture.
Preliminarmente, chi è Remo Sernagiotto: parlamentare europeo dal 2014 nel gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, candidato con Giorgia Meloni Presidente di FdI, si è occupato di sociale e cultura, e, se confermato, si occuperà di infrastrutture.
Dal manifesto della sua campagna elettorale estraiamo il seguente concetto:
“Tra i punti programmatici del candidato di Fratelli d’Italia vi sono il rilancio delle infrastrutture nell’ambito dei corridoi tecnologici europei, la formazione dei giovani (con particolare attenzione alla libertà di scelta educativa e al diritto all’istruzione), la tutela del territorio e del made in Italy, la valorizzazione della montagna, la realizzazione di sportelli che facilitino l’accesso ai fondi europei in vista della programmazione 2021-2027, la cancellazione del Trattato di Dublino e tolleranza zero nei confronti dell’immigrazione incontrollata”.
Veniamo alle domande
1) come ritiene possa essere valorizzata l’intera area che cade all’interno dei due scali e che ricomprende dal Trentino Alto-Adige al mantovano, e da Brescia a Vicenza, con centro nevralgico Verona?
Verona è storicamente un crocevia importante, non per altro i Romani si stabilirono per primi e le donarono monumenti, quali l’Arena, che tutt’oggi non ha pari nel mondo. La storia della città e del suo vasto territorio è utile per capire quale ne sia l’importanza attuale, sia per chi ci vive e lavora, che per i numerosi turisti.
Valorizzare tutta l’area che si estende dall’Alto-Adige alla provincia di Mantova, nell’asse Nord-Sud, e da Brescia a Vicenza, in quello Ovest-Est è necessario, sia in considerazione del fatto che è tra le più produttive d’Italia, che per il magnifico territorio che abbraccia.
La sinergia tra le diverse strutture economico ricettive ed economico produttive deve passare da una visione dell’insieme che non si fermi alla soluzione delle necessità immediate, ma che programmi e sviluppi una rete di interconnessioni con l’ambiente, i musei, le attività attrattive e che si basi sull’enorme capacità industriale-commerciale del tessuto territoriale.
2) l’esclusivo sviluppo low-cost, che ha fatto perdere al territorio passeggeri internazionali in ingresso con alta capacità di spesa, lo ritiene l’unico stimolo per l’aumento del traffico?
Sviluppare il solo low-cost, a mio parere, è riduttivo. Certamente porta numeri, ma la qualità del passeggero low-cost non è equiparabile a quella del passeggero che viaggia con aerei di linea, e che si ferma nel territorio mediamente 3 o 4 giorni, spendendo mediamente 180/200 euro. Analizzando i dati, il traffico low cost che ha incrementato la crescita di Verona appare quasi esclusivamente interno, penalizzando la situazione. Quindi si comprende che favorire arrivi internazionali anche low cost, con collegamenti con le principali città europee, il territorio tutto ne favorirebbe. Per esempio l’area del Lago di Garda, così come le Dolomiti, avrebbero maggior afflusso di presenze. Favorire i collegamenti con il Nord e l’est europeo sarebbe un salto di qualità, sia in termini economici che di presenze.
3) a Suo parere è possibile che, ristabilita la legalità nella società di gestione, i due scali siano sviluppati in sinergia?
Ho seguito e seguo la vicenda relativa all’ingresso del Partner Industriale, devo dire che se l’ANAC, l’AGCM e la Corte dei Conti hanno preso delle decisioni univoche, qualcosa non sia stato fatto nel modo corretto. Generalmente, per legislazione anche europea, le partecipazioni si cedono con gare ad evidenza pubblica, e nel caso di concessioni aeroportuali anche ad evidenza internazionale. Questo sarebbe a mio avviso il corretto scenario per tornare a sviluppare i due scali, che tra loro sono sinergici. Verona ha vocazione passeggeri, mentre Brescia ha vocazione Cargo. Sviluppati insieme permetterebbero una sostanziosa espansione del traffico sia in ingresso che in uscita, sia di passeggeri che di merci. Il territorio ne ha necessità.
4) l’ampio territorio offre possibilità sia per i turisti che per gli imprenditori, ritiene che sia necessario, nell’ambito della riorganizzazione delle infrastrutture, creare sviluppo oltre che con la TAV, anche con la rimodulazione delle autostrade e con i collegamenti agli scali?
Ogni infrastruttura ha le proprie peculiarità, e non può essere realizzata senza una visione d’insieme. La TAV è necessaria, è un opera che è stata finanziata e che deve arrivare a compimento per poter rendere un servizio che tutto il territorio reclama. Il corridoio 5 che va da Lisbona a Kiev è un’importante opera che metterà in comunicazione l’Est e l’Ovest dell’Europa, con possibilità di scegliere quale mezzo preferire per spostarsi. Le autostrade sono al limite della loro capacità, e dovranno essere ripensate per sostenere i volumi di traffico dei prossimi vent’anni. Spostare su rotaia le merci, così come è in realizzazione con il Tunnel del Brennero, permetterà di riorganizzare al meglio sia i centri intermodali che le medesime autostrade. Per esempio la terza corsia sulla A22 è un opera necessaria, così come lo sarà l’allargamento della A4. In questo macro disegno, rivedere la distribuzione dei caselli è importante per poter dar modo anche alle altre infrastrutture, come l’Aeroporto, di avere accessi diretti e molto più fruibili. I collegamenti ferroviari per gli aeroporti vanno valutati in ragione dell’impatto sul territorio. Investimenti così importanti dovrebbero essere predisposti per il Molise e la Puglia, o la Liguria. Qui basterebbero collegamenti più leggeri, magari lungo i tracciati delle arterie stradali.
5) quale proposta pensa di portare, se riconfermato al Parlamento Europeo, per favorire il territorio?
Promesse se ne possono fare molte, certamente, poi, mantenerle tutte diventa impossibile.
Una proposta utile per l’intero territorio è quella di favorire l’ingresso di capitali privati nelle infrastrutture importanti, senza cedere il controllo pubblico, o quanto meno governando in sinergia e nell’interesse del territorio le opere. Questo è possibile nel rispetto delle normative già esistenti, magari alcune potranno essere perfezionate, per evitare che asset importanti siano consegnati al privato a scapito del territorio che li ha finanziati.
Ringraziamo per la disponibilità.