IntCatch è un innovativo progetto per il monitoraggio dei bacini idrici, finanziato nell’ambito di Horizon2020, il più prestigioso programma di ricerca europeo, esteso negli anni dal 2014 al 2020, supportato dal Ministero per lo Sviluppo economico. Al centro dell’attenzione di IntCatch c’è il lago di Garda, individuato come sito fisicamente ideale, e dunque da qua al 2020 oggetto di analisi all’avanguardia, con l’obiettivo di ottimizzare, validare e replicare a livello internazionale metodi e tecniche robotiche e biotecnologiche di monitoraggio e di gestione dei bacini idrografici.
Lo scorso 10 giugno i responsabili scientifici si sono riuniti a Bardolino per presentare la partenza della prima fase delle attività, affiancati dai partner italiani, tra cui Azienda Gardesana Servizi, Università di Verona (LabICAB, laboratorio di ingegneria chimica dell’ambiente e dei bioprocessi), Istituto superiore di Sanità, Technital, Personal Genomics, Algorithmica ed altre aziende private, oltre ai sindaci gardesani, Ato Veronese, Confcommercio, Federalberghi, Legambiente e le associazioni del territorio. Nel quadro collaborativo rientrano sei università europee e quattordici enti.
La carta d’identità di IntCatch, con le sue ricadute a livello ambientale, tecnico, sociale, è stata descritta da Mark Scrimshaw, professore alla Brunel University e coordinatore internazionale del progetto, con successivi approfondimenti da parte del prof. Francesco Fatone responsabile scientifico per l’Università di Verona, del prof. Sergio Ponsà Salas, responsabile del sito del fiume Ter (Catalogna), di Simos Malamis responsabile per il Politecnico di Atene (Spagna e Grecia vengono a ruota, per verificare e comprovare la replicabilità dei risultati raccolti sul Garda rispettivamente sul fiume Ter e sul lago di Yliki) e del responsabile Arpav Giorgio Franzini, che ha ricordato come sul nostro lago vengano già usate sonde oceaniche, data la sua potenza, vastità e profondità.
Queste le tappe operative: nei primi sei mesi, a partire da giugno 2016, si procederà alla messa a punto dei sistemi di monitoraggio, alcuni molto complessi, come i droni acquatici o gli impianti di analisi che saranno sistemati nell’impianto di villa Bagatta, a Lazise; i secondi sei mesi saranno utilizzati per testare gli strumenti utilizzati. Nei due anni successivi si valideranno i risultati e la standardizzazione dei processi da applicare sul Tamigi e sugli altri bacini europei (Spagna e Grecia) coinvolti. Il quarto e ultimo anno si passerà all’analisi dei dati raccolti e alla loro applicazione, come modello per la corretta gestione dei bacini idrici europei.
«Grazie all’utilizzo dei dati scientifici – spiega Fatone – sarà possibile scegliere i migliori strumenti per il trattamento delle acque. Ma non solo: un contributo fondamentale per la riuscita del progetto è il coinvolgimento della popolazione, la cosiddetta citizen science, cioè, la partecipazione attiva di chi lavora, vive, opera sul Garda, uno dei pilastri su cui si basa questo progetto. Come nel modello inglese, è la comunità che deve impegnarsi a favore del proprio territorio e noi dovremo spingere perché questo avvenga». Concretamente, IntCatch persegue l’intento di migliorare la rimozione degli inquinanti convenzionali, dei metalli pesanti e dei contaminanti organici, presenti in bassissime concentrazioni – per l’anno 2016 la rete regionale Arpav di monitoraggio della qualità delle acque dolci di balneazione consta di 65 punti di controllo nel lago di Garda, senza attuali allarmi – ma bioaccumulabili e a tossicità cronica. Droni acquatici di nuova generazione acquisiranno dati per tenere sott’occhio lo stato di salute e permetteranno una mappatura costante, aggiornata e completa del bacino idrico.
Da parte delle aziende e delle categorie economiche è giunto il pieno sostegno al progetto, con la volontà di pubblicizzarne le modalità e i risultati ottenuti. «L’emergenza – sottolinea Alberto Tomei, presidente di AGS, che collaborerà con gli scienziati dell’Università di VR per installare e gestire gli impianti dimostrativi di trattamento delle acque meteoriche e fungerà da ponte per le interazioni degli stakeholders del territorio, cittadini naturalmente compresi – non è il modello ideale per pianificare il futuro e la gestione delle nostre risorse idriche. È necessario definire un percorso innovativo per poter salvaguardare una risorsa preziosa com’è il lago di Garda e il suo territorio. Da questa esigenza e dalla volontà di dare un futuro condiviso a questo nostro territorio è nata la nostra partnership nel progetto IntCatch».
Nicola Thurner, delegato di Confcommercio sul Garda, ribadisce: «Confcommercio è molto contenta che il Garda diventi il cuore di questo progetto europeo di innovazione. Allo stesso tempo speriamo che non ci si dimentichi del nuovo collettore, infrastruttura necessaria per il nostro lago».
AM