Si è concluso alla presenza del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese il primo ciclo del percorso formativo della “Consulta della legalità” sulla prevenzione e il contrasto alle mafie con la presentazione di un Vademecum per le imprese, promosso e finanziato dalla Camera di commercio di Verona e realizzato insieme all’associazione Avviso Pubblico.
Al seminario on line, dal titolo “Prevenire l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico locale. L’esperienza del progetto Consulta della legalità di Verona”, moderato da Gian Antonio Stella, giornalista de “Il Corriere della Sera”, hanno partecipato tra gli altri il presidente della Camera di Commercio di Verona Giuseppe Riello e il presidente dell’associazione Avviso Pubblico Roberto Montà.
«Ritengo il fenomeno mafioso un forte fattore di arretramento di tutto il sistema Paese – ha dichiarato il ministro dell’Interno – perché va a incidere sul corretto svolgimento delle dinamiche imprenditoriali e, in particolare, sulla libera concorrenza, impedendo alle imprese più competitive di emergere e favorendo il lavoro irregolare e senza tutele».
L’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia, relativa al primo semestre del 2021 – ha ricordato Lamorgese – conferma una strategia delle consorterie tesa al consolidamento dell’influenza sul territorio, funzionale ad accrescere quelle attività illegali che consentono un accumulo di liquidità immediatamente disponibile, pronto a essere immesso in circolo, attraverso operazioni di riciclaggio che inquinano l’economia legale, secondo logiche imprenditoriali calibrate sulla base delle realtà locali.
Il ministro Lamorgese ha evidenziato che massima è l’attenzione del ministero su questo tema e ha ricordato che tra le le diverse azioni messe in campo per prevenire e contrastare il fenomeno mafioso vi è una solida rete con le prefetture sui territori.
Sulle risorse relative al PNRR la titolare del Viminale ha dichiarato che «si ripropone con forza il tema della centralità del binomio tra i valori della legalità e dello sviluppo, atteso che un buon utilizzo delle risorse comporta necessariamente che le stesse siano indirizzate verso soggetti economici capaci di fare presto e bene. Una collettività – ha concluso – in cui il tasso di legalità è più alto ne trae vantaggi in termini di benessere materiale complessivo e di giusta traiettoria di sviluppo economico».
«Il progetto della Consulta della Legalità – ha spiegato Giuseppe Riello – è un’esperienza pilota in Italia. Nato nel 2020 si propone di costruire una rete di legalità organizzata sul territorio scaligero, quale strumento di prevenzione dall’infiltrazione mafiosa e a difesa dell’imprenditoria e dell’economia sana del territorio e prevede il coinvolgimento delle categorie produttive, della Prefettura, della Procura della Repubblica, delle forze dell’Ordine e della rete di enti locali aderenti ad Avviso Pubblico. Con la Consulta, la Camera di Commercio ha realizzato un percorso formativo – ha proseguito Riello – che si è articolato in cinque webinar sui temi dell’accesso al credito, riciclaggio di capitali illeciti, appalti, agromafie ed ecomafie».
Alla Consulta della legalità aderiscono rappresentanti delle associazioni di categoria, sindacali, dei consumatori e degli ordini professionali del territorio.
Alberto Speciale