Oggi, mercoledì 26, alle ore 18 la libreria Feltrinelli di Verona ospita l’incontro con lo scrittore Alessandro Marzo Magno che, nel contesto di “Verona tessile”, presenta il suo nuovo libro “Serenissime. Le donne illustri di Venezia dal Medioevo a oggi”, insieme alla giornalista Anna Martellato.
Tra le tante città rappresentate da leoni, destrieri, volatili – maschi e crudeli – la Serenissima si contraddistingueva per essere raffigurata in forma di giustizia: femmina e misericordiosa. Era una repubblica e non un regno, era governata da una classe sociale, i patrizi, e non da una famiglia. Forse è per questo che nel corso della sua storia a Venezia le donne hanno trovato molto più spazio che altrove. Il concetto di parità fra i sessi era ben al di là da venire, ma nella lunga storia della repubblica si susseguono figure femminili che hanno avuto un ruolo fondamentale negli avvenimenti della loro epoca e nei successivi. Le “Serenissime” ripercorre le vite di dodici grandi donne, dal medioevo ai giorni nostri: da Marietta Barovier, la vetraia che inventa le perle di vetro colorate, alla cantante Nicoletta Strambelli, alias Patty Pravo. Alcune di loro hanno stabilito record di orgoglio nazionale: Elena Lucrezia Corner Piscopia, la pria laureata del mondo, Elisabetta Caminer, la prima direttrice di giornale in Italia. Altre sono figure discusse, come Margherita Sarfatti, cofondatrice del fascismo con Benito Mussolini, e al contempo insigne storica dell’arte. Quasi tutte hanno però un tratto comune: sono state più o meno dimenticate e questo libro vuole mantenerne viva la memoria.
Stessa sede e stessa ora domani 27 per la presentazione del romanzo di Federica Manzon “La nostalgia degli altri”, con la giornalista Beatrice Borini: la storia di Lizzie – volubile, egoista e piena di fascino, circondata da una fama temeraria fin dall’adolescenza – e Adrian, timido, maldestro, incapace di fare una mossa audace, sullo sfondo di una Milano vivida nei suoi tic, le terrazze, gli arrampicatori, l’alcol e le droghe, le notti, e, per contro, di una Trieste selvaggia e poetica. Milano è ambizione, Trieste è sentimento. Un racconto sulle nuove regole dell’attrazione, sull’identità e la necessità di nasconderla, sul nostro presente, dove la verità sta spesso dietro uno schermo, e l’autenticità (una questione fuori moda?).