Inaugurato Vinitaly2023; gli occhi del mondo sulla “Capitale del sistema-vino nazionale”

 
 

Piattaforma di promozione internazionale per un settore che rappresenta la prima voce attiva della bilancia commerciale del Paese, con una filiera da 530mila imprese, 870mila addetti e 31,3 miliardi di euro di fatturato: Vinitaly torna a Veronafiere, ribadendola propria funzione guida per il comparto vitivinicolo italiano.
Un salone a tutto business, dove sono protagoniste per quattro giornate oltre 4.000 aziende espositrici da più di 30 nazioni, 17 padiglioni occupati per 100mila metri quadrati netti.

La Fiera di Verona diventa così piazza di incontro del meglio dell’offerta enologica con la domanda di operatori professionali da tutto il mondo: più di 25mila soltanto quelli attesi dall’estero, da 130 nazioni.
Vinitaly si conferma uno strumento strategico a servizio del made in Italy, facendo di Verona la capitale del sistema-vino nazionale.
Un ruolo ribadito nella giornata di ieri, domenica 2 aprile, dalle istituzioni presenti: da Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati, a Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri, Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e Orazio Schillaci, ministro della Salute.

“Ringrazio Veronafiere per la disponibilità e per migliorare la presenza del nostro Governo in questo sistema fieristico – ha detto il ministro Lollobrigida –. Verona è un’eccellenza e la regione Veneto corre più di altre ma dobbiamo cercare di allineare tutto il sistema-Italia perché non c’è niente di più forte del marchio Italia.
Di “eccellenza” ha parlato anche il presidente della Camera, Fontana, definendo Vinitaly “una manifestazione grandiosa con cui Verona dimostra tutte le sue potenzialità“. Un’investitura in piena regola da parte delle istituzioni che riconosce Vinitaly come aggregatore di tutti i soggetti coinvolti nella valorizzazione del vino italiano sui mercati esteri, emergenti e maturi.
Abbiamo registrato un forte e positivo segnale di unità di intenti tra Veronafiere-Vinitaly e tutto il sistema istituzionale impegnato nell’internazionalizzazione del made in Italy – ha detto all’inaugurazione Federico Bricolo, presidente di Veronafiere –. La presenza così numerosa e qualificata del Governo è un segnale di grande attenzione di cui siamo grati, anche a nome di tutte le nostre aziende espositrici. L’obiettivo ora è costruire insieme una piattaforma promozionale permanente e coordinata, in grado di attrarre da un lato gli investimenti sul prodotto italiano e dall’altro l’incoming sull’Italia, i suoi territori vocati e sulla rassegna che meglio la rappresenta: Vinitaly“.
I numeri della filiera mostrano come il vino nell’arco di un decennio sia diventato saldamente un capitale strategico del prodotto Italia – ha commentato Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere –. Per questo ora dobbiamo puntare a intensificare e accelerare una progettualità per rendere Vinitaly un brand ancora più efficace sullo scacchiere della domanda internazionale del nostro vino, con l’obiettivo di incrementare le presenze di operatori professionali dall’estero e il presidio permanente sui mercati globali. La prossima frontiera di radicamento del Gruppo Veronafiere, dopo Brasile e Cina, sono gli Stati Uniti, in Occidente, il Giappone e la Corea del Sud nel Far East”.

Al taglio del nastro del 55° Vinitaly sono intervenuti anche Luca Zaia, presidente delle Regione del Veneto, Damiano Tommasi, sindaco di Verona, Flavio Massimo Pasini, presidente della Provincia di Verona, Pasquale Salzano, presidente di Simest, e Matteo Zoppas, presidente di ICE Agenzia. Intanto, l’edizione numero 55 di Vinitaly registra già un primato: quello dei 1.000 top buyer da 68 nazioni arrivati a Verona: un contingente di super-acquirenti selezionati, invitati e ospitati in collaborazione con ICE Agenzia, cresciuto del 43% rispetto all’anno precedente.

Ed è record anche per i 10mila appuntamenti b2b già fissati prima dell’inizio della rassegna. Vinitaly si tiene in contemporanea alla 27ª edizione di Sol&Agrifood, rassegna dell’agroalimentare di qualità, alla 24ª di Enolitech, salone internazionale delle tecnologie per la produzione di vino, olio e birra. Al termine dell’inaugurazione, Veronafiere e Vinitaly hanno voluto rendere omaggio ad Angelo Betti, agronomo, giornalista, storico segretario generale della Fiera tra gli anni 70’ e 80’ e creatore di molte rassegne fieristiche divenute affermati brand internazionali, tra le quali Vinitaly.
Dal 2016, il Premio Cangrande Benemeriti della Vitivinicoltura è intitolato a Betti e sua nipote, Maria Neve Betti, ha ricevuto questa mattina una medaglia a ricordo dei 50 Anni del Premio. A seguire anche la cerimonia del Premio Vinitaly International. Nella categoria Estero è stato premiato Joseph Schuller, Master of Wine e managing director della Austrian Wine Academy, “per i meriti come fondatore del più importante centro WSET in Europa che, da 35 anni, forma 15mila studenti all’anno e il cui Campus ha avviato al percorso Master of Wine oltre 100 studenti”.
Per l’Italia, invece, il premio è andato a Riccardo Cotarella, enologo e professore di Enologia all’Università della Tuscia di Viterbo, “per il costante impegno nel supportare le aziende del settore con la propria esperienza enologica, nella valorizzazione del vino italiano, e per il contributo nel far conoscere e promuovere i territori meno noti del Paese”.
Per la nuova categoria Innovation, infine, il riconoscimento è stato assegnato Marco Simonit, maestro potatore, “per la sua ricerca nel campo della viticoltura, che lo porta a offrire consulenze nei più importanti vigneti di tutto il mondo e per aver introdotto e diffuso una tecnica di potatura ramificata, meno invasiva e più rispettosa della natura delle piante”.

 
 

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