“Inadeguati, inaffidabili e inconsistenti”. L’Assemblea Generale di Fondazione Arena, alla presenza dei segretari Nazionali e Territoriali, bolla definitivamente (ed idealmente da’ un calcio nel sedere) i vertici areniani.
Compatti contro la governance, i lavoratori sono arrivati allo stremo e alzano un muro all’allegra “banda del buco”, senza farne distinzioni di colore politico. Una Sfiducia al comparto dirigenziale che ha radici profonde, con svariate sfaccettature e parecchi rospi ingoiati. Se da una parte infatti le attività artistiche non vengono programmate né su base triennale, tantomeno sul singolo anno, e non vengono banditi concorsi per la copertura dei posti vacanti, dall’altra risultano paradossali alcune operazioni cervellotiche tra le quali il recupero della figura del Vice Direttore Artistico, recentemente eliminata da Polo, individuata dagli attuali reggenti nella persona di Trespidi. Scelta che ha letteralmente fatto imbestialire i dipendenti, che mal sopportano l’imposizione dettata da Tartarotti (con il placet di De Cesaris e Gasdia) di chi senza titoli musicali ed ex comparsa interna arriva in posizione apicale.
Sul banco degli imputati ancora una volta la squadra voluta dall’amministrazione, che non solo non viene ritenuta all’altezza del mandato, ma che costa pure parecchio. Macchina dirigenziale che oggi mette a bilancio quasi seicentomila euro. In un’epoca di lacrime sudore e sangue, lavoratori che avrebbero potuto limitarsi a leggere con disappunto gli oltre 150 mila euro percepiti da Gasdia (100 dopo personale decurtazione), 150 De Cesaris, 110 Tartarotti, 77 Delaini, 76 Trespidi, 60 Castronovo e 20 Giacchieri, si sono ribellati.
Con rapporti diplomatici saltati e toni esacerbati, ecco arrivare il primo sconquasso: tre giorni di sciopero con conseguente forfait della Boheme, in calendario il prossimo 16 dicembre al Teatro Filarmonico. Ma potrebbe non essere finita qui, soprattutto se non dovesse saltare in tempi rapidi il banco dirigenziale.