La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, ha approvato, con relativa delibera, il suo primo Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per rispondere alla necessità di garantire continuità, integrazione e omogeneità nella presa in carico dei pazienti affetti dalla Malattia di Parkinson, attraverso aspetti chiave come il coordinamento e il superamento della frammentazione delle cure, l’integrazione sanitaria e sociosanitaria, l’ottimizzazione delle risorse disponibili e la sostenibilità.
“Si tratta di una patologia molto diffusa e impattante – dice Lanzarin – non solo per il paziente ma anche per la sua famiglia. Basti pensare che secondo l’OMS a livello mondiale la prevalenza della MDP risulta raddoppiata negli ultimi 25 anni e che nel 2022, nella Regione del Veneto, i soggetti con MdP che si sono rivolti ai servizi sanitari regionali sono risultati oltre 17.800”
La maggior parte di loro è di età superiore ai 65 anni (89,6%) con una maggior interessamento del genere maschile (54,1%) e la cui prevalenza è risultata pari al 3,7 per 1.000 (4 per 1.000 negli uomini e 3.3 per 1.000 nelle donne). I tassi aumentano progressivamente con l’età e sono nettamente superiori nei maschi in tutte le classi d’età considerate.
“Assistere al meglio queste migliaia di persone – sottolinea Lanzarin – è un dovere morale, oltre che sanitario, ed è per questo che abbiamo varato questo PDTA specifico”.
La MdP si caratterizza infatti per un decorso eterogeneo, in cui si deve conciliare la progressione della malattia con le eventuali malattie croniche associate. Per tale ragione, è importante orientare correttamente i pazienti ed i loro familiari rispetto alla diagnosi, alle diverse fasi di malattia, ai diversi interventi terapeutici ed assistenziali e alla prognosi. Tale modello di presa in carico coglie anche alcuni elementi cardine proposti dalla Missione 6 del PNRR che propone linee di azione che rafforzano la sinergia tra i diversi servizi sociali e socio-sanitari, tra ospedale e territorio, anche attraverso la creazione e il potenziamento di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità).
Il rafforzamento dell’assistenza domiciliare e lo sviluppo della telemedicina, come l’implementazione di tecnologia e-Health e di sistemi informativi adeguati per l’erogazione ed il monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), oltre a un Fascicolo Sanitario Elettronico regionale (FSEr) operativo su tutto il territorio regionale, rivestono un importante significato anche per le persone affette da MdP.
Tra gli aspetti innovativi che sono stati valorizzati nel documento e che andranno implementati per armonizzare il percorso di cura ed assistenza del paziente con MdP ai fini di una maggior appropriatezza della presa in carico, si annoverano:
· la multidisciplinarietà, che deve essere prevista sin dalle prime fasi della diagnosi
· l’importanza di curare la comunicazione della diagnosi, che deve essere garantita al paziente dal team multidisciplinare che opera negli ambulatori specialistici e dal medico di medicina generale
· la promozione di interventi di prevenzione, sia per la correzione dei fattori di rischio modificabili, sia per favorire stili di vita salutari, a cominciare dalle fasce di età più giovani
· la riabilitazione come opportunità terapeutica sin dalle prime fasi della malattia, la cui accessibilità deve essere garantita
· l’attenzione alle differenze di genere in ogni fase del percorso
· il coinvolgimento delle Associazioni dei pazienti e dei familiari per supportare la realizzazione di servizi adatti ai loro bisogni
· la promozione dell’approccio basato sul design thinking
· la co-progettazione di servizi “con” il paziente, non “per” il paziente
· la pianificazione anticipata delle cure palliative
Attraverso l’istituzione di una rete consapevole, capillare e condivisa, sarà possibile garantire l’implementazione del PDTA e alle Aziende ULSS e Aziende Ospedaliere Universitarie verrà chiesto di:
1. emettere un provvedimento di recepimento entro 90 giorni dall’approvazione del PDTA regionale
2. identificare un Referente per ogni AULSS/AOU per la MdP entro 90 giorni, che dovrà coordinarsi con il Tavolo regionale permanente per la MdP partecipando ad incontri di coordinamento regionale a cadenza quadrimestrale
3. istituire un Tavolo di Coordinamento Interdistrettuale entro 90 giorni, che coinvolga i diversi
professionisti del percorso di diagnosi, trattamento, assistenza della MdP
4. convocare quadrimestralmente il Tavolo Interdistrettuale per attività di coordinamento
5. realizzare un PDTA aziendale entro 24 mesi dalla data di recepimento e favorirne l’implementazione