In piazza per l’emergenza sanità, il Pd Verona aderisce alla mobilitazione

 
 

“Il nostro sistema sanitario è in pericolo: lo vediamo dagli scarsi investimenti nel servizio (tra i più bassi in Europa), dalle difficoltà a reperire il personale anche a causa di stipendi inadeguati, dalle lunghissime liste d’attesa che vanificano ogni tentativo di prevenzione”. 

Il Pd veronese aderisce alla manifestazione di domani, sabato 28 settembre, per sottolineare che scendere in piazza è importante a far capire alla Regione e al Governo che la gente non ci sta e vuole cambiare questo stato di cose.

“Chiediamo una sanità pubblica efficiente che garantisca le visite nei tempi richiesti e necessari. Chiediamo presidi ospedalieri diffusi sul territorio e la risoluzione del problema delle zone carenti di medici di medicina generale. Chiediamo un’organizzazione funzionale, in grado di dare risposte tempestive ai bisogni dei cittadini, e informazioni chiare a disposizione di tutti”.

Alcuni dati: il fenomeno delle dimissioni volontarie del personale sanitario ha raggiunto livelli ormai insostenibili: dal 2019 al 2022 hanno lasciato volontariamente il servizio pubblico regionale 1.582 medici e 2.613 infermieri su un organico che nel 2022 contava 7.054 medici e 19.827 infermieri. E la fuoriuscita continua tutt’ora a emergenza sanitaria rientrata. Un turnover eccessivo sarebbe individuato come sintomo di malessere organizzativo in qualunque organismo, ma la Regione Veneto corre ai ripari tardivamente e in maniera inefficace. Dopo i picchi di assunzioni per fronteggiare l’emergenza sanitaria, il numero dei medici torna a decrescere passando dagli 8.362 del 2022 agli 8.175 del 2023. E la spesa per il personale ristagna: era di 2,97 miliardi di euro nel 2021 e di 3,1 miliardi nel 2022. 

“E’ necessario non depotenziare il lavoro dei consultori che sono riferimenti territoriali di prossimità per tutte le persone. 

Per tutti questi motivi chiediamo ad iscritti e simpatizzanti del Pd e a tutti i cittadini di mobilitarsi sabato 28 settembre per fare salire alta la nostra voce in favore di una sanità pubblica, gratuita e universalistica”.