Impianti di ventilazione sotto stretta sorveglianza. Dall’Ordine degli Ingegneri di Verona arrivano spunti e rassicurazioni per fare chiarezza e contenere l’eccesso di preoccupazioni. Si tratta di precauzioni altamente consigliate per limitare il più possibile i contagi, soprattutto dopo che è emerso il dato che quest’ultimi potrebbero avvenire anche attraverso l’aria.
In accordo con la posizione di Aicarr, l’associazione di categoria dei produttori degli Impianti di Condizionamento dell’Aria Riscaldamento e Refrigerazione, dalla sede dell’Ordine stanno partendo le indicazioni operative agli iscritti che si trovano a gestire gli impianti esistenti.
“Le indicazioni riguardano gli impianti di case, uffici o aree commerciali, mentre esulano dall’impiantistica speciale a servizio degli ambienti ospedalieri e sanitari o dei laboratori”, evidenzia il presidente dell’Ordine Andrea Falsirollo. “Per quest’ultima sono necessarie precauzioni particolari ed eccezionali, viste le tipologie di condizioni sicuramente più delicate”.
Ciò che viene suggerito negli ambienti extra sanitari per limitare il rischio di contagio da Covid-19 è di ventilare alla portata massima con aria esterna, ovvero di aumentare la portata d’aria, di utilizzare solo aria esterna e di mantenere nel funzionamento invernale un’umidità relativa superiore al 40%. Spiega Falsirollo: “è noto che valori troppo bassi dell’umidità relativa inducono mucose secche, riducendo la funzione di barriera ai virus”.
I suggerimenti sono destinati anche alle singole case, oltre che agli spazi condivisi con altre persone, come uffici e supermercati.
“Nelle nuove abitazioni dotate di recuperatori di calore rotativo, anche se la possibilità è remota e improbabile, abbiamo consigliato di disattivarlo e bypassarlo per evitare che la stessa aria sia rimessa in circolo, negli uffici al tipico sistema aeraulico dotato di terminali di riscaldamento e/o di raffreddamento, in alcuni casi, si affianca un sistema di rinnovo dell’aria con aria esterna a cui suggeriamo di aumentare la portata d’aria ma allo stesso tempo chiediamo di non scendere sotto il 40% di umidità relativa, mentre per i centri commerciali in cui si utilizzano sistemi con unità di trattamento dell’aria l’invito, oltre a quello già consigliato per gli impianti degli uffici, è di eliminare la quota parte di aria ricircolata e di utilizzare tutta aria esterna”, spiega il presidente dell’Ordine. “Anche se non vi è alcuna prova che immettere aria esterna nelle ore di non occupazione degli spazi contribuisca a ridurre il rischio di contrarre il virus, il principio di precauzione suggerisce comunque di farlo. Un funzionamento in continuo su base giornaliera garantisce di avere all’interno degli ambienti aria alle condizioni di quella esterna al momento della riapertura dei locali”.
Conclude Falsirollo: “Queste indicazioni sono generali e vanno declinate in modo specifico al singolo impianto per verificarne la fattibilità per questo motivo i nostri colleghi impiantisti e in particolare la commissione impianti sono a disposizione per dare supporto, visto che sono qualificati per farlo”.