Non solo pandemia da COVID19, con il suo “alfiere” Omicron, estremamente contagioso.
Altrettanto si sta comportando, purtroppo, il virus dell’influenza aviaria il quale, dopo aver determinato la chiusura di numerosi allevamenti e il conseguente abbattimento dei capi, ha costretto la nota azienda veronese AIA, capofila dell’industria alimentare avicola, di ricorrere alla cassa integrazione.
Lo stabilimento situato a Santa Maria di Zevio (dopo gli stabilimenti di San Martino Buon Albergo e Nogarole Rocca) ha deciso di ricorrere a questa misura fino al 31 marzo.
L’azienda deve fare i conti con i problemi derivanti dall’influenza aviaria dato che, nonostante a livello di sicurezza alimentare non ci siano problemi, il virus ha colpito numerosi tacchini e gli allevamenti sono bloccati fino al 31 gennaio.
Negli stabilimenti di Nogarole Rocca e di San Martino Buon Albergo la produzione è nettamente calata: i lavoratori hanno turni di 2-3 ore alla settimana o solo quello della mattina.
L’influenza aviaria ha avuto un impatto pesante sulla produzione che ha determinato purtroppo una riduzione del reddito. I sindacati hanno chiesto un tavolo in Regione per adottare un ammortizzatore sociale per i lavoratori a tempo determinato.