Bandiera gialla.
Per quanto tempo, ovvio, non lo può sapere nessuno. Va detto comunque, in questo venerdì 13 di un anno bisestile con una pandemia mondiale in atto, che il Veneto si porta a casa una riconferma di status che sembra sempre meno scontata man mano che trascorrono i giorni.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha comunicato la volontà di portare in via parlamentare – su indicazione ufficiale del Comitato Tecnico-Scientifico – la nuova ordinanza che riassegna alcune colorazioni per quelle regioni d’Italia i cui parametri (per la precisione 21) non sono più compatibili con il pantone fin qui ospitàto.
Segnatamente, queste sono le modifiche dell’ultim’ora:
– FASCIA ROSSA: Calabria, Lombardia, Piemonte, Provincia di Bolzano, Valle d’Aosta, Campania e Toscana (nuove entrate).
– FASCIA ARANCIONE: Emilia Romagna, Marche, Friuli Venezia-Giulia, Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria.
– FASCIA GIALLA: Veneto, Lazio, Molise, Trento e Sardegna.
“Come ho sempre detto, questo non è un gioco a premi. Non abbiamo vinto nulla, la battaglia contro il COVID19 continua. Mi rendo conto, conoscendo le Regioni contermini dell’Emilia Romagna e del Friuli Venezia Giulia, che stiamo discutendo di algoritmi e calcoli che corrono sul filo dei millimetri. Penso quindi che noi veneti dobbiamo guardare con attenzione TOTALE a quello che stiamo facendo.
Questa nuova collocazione in zona gialla, ché pur conferma l’abbassamento importante dell’indice RT e la situazione in generale, non può peraltro far dimenticare a tutti che abbiamo una pressione importante sugli ospedali, con più di 2.200 malati di COVID ricoverati, dei quali circa 230 in terapia intensiva”
Così il governatore Luca Zaia nel commentare la nuova ordinanza sulla sua pagina ufficiale Facebook. In calce allo stesso comunicato, un nuovo appello a tutti i veneti: “RISPETTIAMO LE REGOLE: prima di tutto usare le mascherine, igienizziamo le mani, rispettare il distanziamento senza assembramenti, altrimenti il passaggio di area è dietro l’angolo, e significherebbe chiudere le attività, i confini comunali e avvicinarsi a una situazione stile lockdown“.