Il Veneto e l’Universita’ sostengono e attuano l’economia circolare

 
 

Per perseguire la tutela dell’ambiente occorre sostenere l’economia circolare con azioni concrete, in uno scenario contraddistinto dall’aumento del consumo di materie prime e delle drammatiche conseguenze delle tensioni internazionali dell’ultimo periodo. Occorre dunque riconoscere il beneficio sociale e il valore economico per la collettività dell’economia circolare.

E’ sulla base di queste considerazioni che la Regione Veneto, le Università di Padova, Venezia e Verona, e l’Arpav hanno siglato a Palazzo Balbi a Venezia un “Protocollo d’Intesa per la definizione di proposte operative per l’attuazione dell’economia circolare nei settori produttivi del Veneto”.

In calce all’importante e concreto atto, le firme dell’Assessore all’Ambiente della Regione Gianpaolo Bottacin, delegato dal Presidente Luca Zaia, della Prorettrice del’Università di Padova Francesca Da Porto, del Prorettore di Cà Foscari Elti Cattaruzza, del Prorettore Vicario di Verona Diego Begalli e del Direttore di Arpav Loris Tomiato.

“Mettere insieme tutti i centri di competenza più importanti che abbiamo in Veneto e coinvolgendo anche le imprese attraverso un progetto pilota per capire dove si può migliorare il sistema è una scelta sicuramente vincente oltre che innovativa – dice Bottacin –. Siamo già orgogliosamente la prima regione riciclona d’Italia ma proprio per questo intendiamo andare oltre, sostenendo e attuando l’economia circolare, che peraltro abbiamo pure inserito nel Piano regionale di gestione dei rifiuti e che contiene un paragrafo specifico sull’incentivazione dei sottoprodotti e dell’end of waste. Proprio a tal fine abbiamo anche istituito il Tavolo per l’edilizia sostenibile e circolare, costituito il Coordinamento regionale per i sottoprodotti e il tavolo tecnico end of waste, attivato il Coordinamento regionale per l’economia e lo sviluppo circolare (CRESC). Con l’Accordo firmato oggi facciamo squadra con le Istituzioni scientifiche venete e sono certo che percorreremo ancora molta strada”.


L’obiettivo del Protocollo è quello di attivare strategie condivise e complementari che favoriscano l’applicazione dell’economia circolare nei diversi settori produttivi, in particolare promuovendo: la riduzione del consumo di risorse naturali attraverso una maggiore efficienza dei processi produttivi e l’utilizzo di materiali di recupero in sostituzione degli analoghi materiali vergini; l’utilizzo di risorse naturali rinnovabili; lo sviluppo di un’industria del recupero di alta qualità e concorrenziale che orienti il mercato verso una maggiore ed assestata fiducia nella qualità del materiale recuperato; la lettura analitica dell’attuale quadro normativo vigente individuando le relative criticità e le possibili iniziative volte al loro superamento; l’analisi del processo progettuale e realizzativo del processo produttivo, dalla progettazione al rilascio del prodotto, in diversi settori produttivi, per verificare se quanto residuato da un settore produttivo possa diventare risorsa per settore diverso, in una visione strategica fondata sull’ottimizzazione dei processi e di economia circolare; la promozione di strumenti tecnici operativi per promuovere il raggiungimento degli obiettivi di circolarità, attraverso una efficace valutazione “Life-Cycle Assessment”; la possibilità di sviluppare una piattaforma web, finalizzata alla raccolta e alla condivisione delle attività svolte dai singoli sottoscrittori, da rendere eventualmente disponibile agli operatori del settore; la promozione, lo sviluppo e il sostegno di modelli di business circolari fondati, anche, sui principi del design circolare; la promozione, lo sviluppo e il sostegno di modelli di business che prevedano l’affermazione e il potenziamento delle catene di valore in senso circolare; lo studio e lo sviluppo di strumenti tecnologici abilitanti in un’ottica per la quale la digitalizzazione e l’innovazione siano strumento efficace ed efficiente per il superamento del modello lineare e l’affermazione del modello circolare.

Soddisfazione per questa importante firma è stata espressa anche dai vertici dei tre Atenei universitari: Francesca Da Porto per Padova ha sottolineato “la grande complessità del tema ambientale e l’opportunità che il sistema universitario sia pronto a supportare l’attuazione della transizione ecologica in ambito tecnico scientifico in aiuto al mondo imprenditoriale”; Elti Cataruzza per Venezia come “all’interno della cosidetta terza missione degli Atenei ci sia dare anche un contributo alla crescita sociale culturale e anche economica a favore della collettività”; Diego Begalli per Verona ha chiuso ricordando l’importanza di mettere insieme “competenze di menagement e tecnica per dare contributo ai distretti produttivi”.

 
 

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