Alla ripartenza dopo il fermo per la pandemia la ristorazione italiana si impegna sempre più a valorizzare il territorio e i prodotti locali, tagliare gli sprechi, ampliando, quando possibile, l’autoproduzione con un fiorire di orti fino a vere e proprie aziende agricole e micro-allevamenti.
È la fotografia offerta dalla 33esima edizione della Guida Ristoranti d’Italia di Gambero Rosso che conferma al vertice il triangolo d’oro: al top, con 96 punti, il Reale a Castel di Sangro (L’Aquila) dello chef Niko Romito, e a 95 punti Osteria Francescana a Modena di Massimo Bottura e La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri di Heinz Beck.
Aumentano al top i riconoscimenti delle “Tre forchette” che salgono a 44 con tre nuovi ingressi.
Tra questi ‘Casa Perbellini’ a Verona, Antica Osteria da Cera a Campagna Lupia (Venezia) e Signum regno nel cuore dell’isola di Salina, alle Eolie, della giovane chef-pescatrice Martina Caruso.
Lo scettro di “Ristoratore dell’anno” passa da Carlo Cracco a Milano, confermato “Tre forchette” con 93 punti, al veronese Giancarlo Perbellini, new entry nel gotha, per, si legge nelle motivazioni, “la florida attività imprenditoriale e la capacità di mantenere uno stile riconoscibile in locali diversi tra loro“.