Il presente, il passato, il futuro

 
 

In questi giorni di chiusura della campagna elettorale per le prossime politiche, assistiamo ad un turbillon di messaggi (talvolta esilaranti), sia via social sia via radio e tivù, che aprono a considerazioni.

Essendo noi un servizio d’informazione, non giudichiamo in sé e per sé il contenuto dei messaggi, che per altro sappiamo essere pagati lautamente, ma osserviamo la coerenza di chi lancia proclami.

Ad oggi, nel silenzio dei mezzi d’informazione cittadini, pur con la nostra sola voce a parlare, sebbene indipendente, l’amministrazione in carica a Verona ha messo a segno diversi colpi.

Risanamento della Fondazione Arena, annullamento del Project Financing dell’Arsenale, quoziente familiare, politiche per i disagiati, nuovo corso nella gestione dei nidi e delle materne, apertura al dialogo con le opposizioni che lo cercano, politiche di comunicazione ecologica (m’illumino di meno). Questo solo per citarne alcune, sapendo di averne tralasciate per colpa involontaria altre, seppur importanti.

In rapporto a chi si candida per il parlamento e che ha fatto del proprio dogma il fare, ci troviamo a verificare che ormai è solo autocelebrativo e coniugato al passato.

Sarebbe a nostro avviso opportuno che l’attività di “strilloni” non fosse concessa a mezzi d’informazione che fanno del denaro il loro primo dogma. Piuttosto sarebbe opportuno che una corretta informazione fosse consegnata ai lettori.

Come disse Humprey Bogart “Questa è la stampa, bellezza. E tu non ci puoi fare niente.”

Peccato, però, che la frase fu pronunciata per confermare che un giornale era stato salvato dalla chiusura.

Le sfide aperte in città sono molteplici e vedranno impegnata l’amministrazione a fondo, sia per la ricostruzione del tessuto economico politico cittadino, che per rattoppare prima e rinnovare poi, quanto ha trovato il 26 giugno.

Chi si candida a rappresentare la Città in Parlamento dovrebbe aver ben chiaro che provenendo da Verona, è necessario aver a cuore prima il territorio e poi quanto è al di fuori, lasciando definitivamente andare le personali velleità.

Il primo segnale di coerenza sarebbe quello di essere (nel senso di presenza, oltre che di effettiva essenza) un sostengo e non un danno per il Consiglio Comunale.

Verificheremo all’esito del voto del 4 marzo quanti di coloro che siedono ora tra gli scranni della sala consiliare “Gozzi” sapranno essere coerenti, con la carica elettiva cittadina e, se eletti, con quella più ampia, ma non più importante, del Parlamento.

 
 

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