Un altro prestigioso traguardo è stato ottenuto dall’Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda (Verona), riconosciuto ufficialmente, sulla base della quinta indagine nazionale di Agenas, come Centro di riferimento regionale per la cura del tumore polmonare in Veneto.
A ricoprire un ruolo centrale in tutto questo è la Lung Unit, guidata dal dottor Antonio Santo: un nuovo modello dipartimentale dell’Ospedale Pederzoli per la diagnosi e il trattamento delle neoplasie toraco-polmonari. Questo dipartimento comprende un ‘core team’ costituito dalle unità operative di pneumologia, chirurgia toracica e oncologia toracica, funzionalmente collegato con le unità operative di anatomia patologica, radiologia, laboratorio di analisi, farmacia, anestesia-rianimazione, terapia del dolore e fisiopatologia respiratoria.
Il paziente con sospetta neoplasia toraco-polmonare viene valutato rapidamente da medici specialisti esperti onco-pneumologi che lavorano in team e, fin dalla prima visita, c’è una presa in carico globale del paziente con un’accurata organizzazione del suo percorso diagnostico-terapeutico tramite la figura del ‘case manager’.
I numeri sono significativi: i nuovi pazienti presi in carico dalla Lung Unit dell’Ospedale Pederzoli nel 2023 sono stati oltre 360, con un trend in crescita nel 2024.
Nello specifico, sono in media 27 i pazienti che ogni giorno usufruiscono dei servizi di assistenza e cura della Lung Unit dell’Ospedale Pederzoli, di cui un terzo sottoposto a visite di follow up e due terzi che eseguono chemio-immunoterapia o terapie biologiche mirate (target therapy).
Queste nuove metodiche terapeutiche stanno notevolmente migliorando la sopravvivenza anche in una buona parte di quei pazienti con malattia avanzata o metastatica che, fino a pochi anni fa, avevano una prognosi inesorabilmente infausta nel giro di pochi mesi.
Oltretutto queste nuove terapie, caratterizzate da una maggiore efficacia contro il tumore e da minori effetti collaterali, oltre ad aumentare le possibilità di lungo-sopravvivenza migliorano sensibilmente anche la qualità di vita dei pazienti.
In sintesi, questo tipo di organizzazione si prefigge di garantire una diagnostica rapida e mirata, con tutte le richieste di ‘prima visita o secondo parere’ che vengono evase mediamente entro 5 giorni lavorativi; una completa presa in carico del paziente con apertura della cartella Amid e rapida esecuzione della fase diagnostico-stadiativa sotto stretto monitoraggio del case manager; dei trattamenti ottimali di ultima generazione, i più idonei al caso clinico di riferimento, tramite l’adozione di linee guida validate dal comitato tecnico-scientifico della Lung Unit, che si avvale dei dati più recenti della letteratura; una completa presa in carico del paziente anche per quanto riguarda il monitoraggio post-terapia, con l’organizzazione di tutti gli accertamenti necessari al regolare follow up.
Molti i pazienti che provengono da oltre i confini del Veneto, circa il 30%.
“È fondamentale che le persone con sospetta o conclamata neoplasia polmonare si rivolgano a centri di riferimento di provata expertise, anche se non vicini al domicilio, perché questo può fare la differenza per ottenere il massimo risultato in termini di sopravvivenza o addirittura di guarigione in alcuni casi”, è l’appello del dottor Antonio Santo, fra gli artefici, insieme al professor Francesco Schittulli, dell’alleanza tra Fonicap (Forza operativa nazionale interdisciplinare contro il cancro al polmone) e Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumori) per il rafforzamento dei meccanismi di prevenzione primaria (lotta al tabagismo) e secondaria (diagnostica precoce e presa in carico presso Centri di riferimento). Una progettualità presentata nelle scorse settimane a Roma, presso la sede del Ministero della Salute, nell’ottica di avviare un percorso legislativo che porti alla istituzionalizzazione delle Lung Unit che oggi, all’Ospedale Pederzoli, è divenuta già una realtà.