Il lupo perde il pelo (e la testa) ma non il vizio. Berizzi ci ricàsca; prima “si scusa”, poi arriva quel retweet…

 
 

GHE LA FÉMO? ME PÀR DE NO!

A voi tutti, signore e signori: benvenuti! Vi proponiamo di seguito la breve ma intensa cronistoria Twitter di un imbarazzante pasticcio.

È lui o non è lui? Ceeeerto che è lui!
Paolo Berizzi, giornalista punta di diamante nella bigiotterìa filo-mondialista di casa Repubblica e personalità ben nota nella nostra città.

I) “KARMA E SANGUE FREDDO” – il primo scivolòne.

Intervento stra-commentato, ripreso e – a breve – utilizzato nelle apposite sedi legali grazie, da un lato, alla lettera indirizzata ai vertici del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari da parte dell’on. Paolo Borchia (europarlamentare Lega-Identità e Democrazia) e dell’esposto con denuncia, in qualità di amministratore pubblico, di Daniele Polato, assessore alla sicurezza del Comune di Verona (Fratelli d’Italia).

 

II) “SPÉTA CHE ME FERMO UN SECONDO EH…” – la sistematìna al colletto della camicia, mani umide e sudate.

Se qualcuno si è sentito offeso…“, recita la frase finale di questa breve velìna su carta “Note” dell’iPhone. Più di quei “qualcuno”, nel frattempo, era per strada a ridare voce, forza, immagine e anima alla nostra splendida città.
Magicamente (o forse no), una sorta di “indietro tutta” delle ore 12:25, occhi ed orecchie puntate sulla conferenza stampa di Palazzo Barbieri (il tweet è partito proprio al suo termine) dove, oltre a parlare di lui, si è anche riunito il popolo di Verona; città ferita e in ginocchio dopo il disastroso pomeriggio di ieri, che si infiamma e reagisce con quell’orgoglio e quell’identità che al Berizzi fanno così paura e che il buon Dio non gli ha permesso di comprendere.
Sole alto nel cielo, calore e inizio di ritorno alla normalità per le strade e sui volti delle persone…finché:

 


III) “EL RE-TWITTER UNIDO JAMÀS SERÁ VENCIDO”
– Resistenza.

E ancora:

Serve aggiungere altro? [per i meno-masticatori di Twitter: il “retweet” è un’azione avente lo stesso effetto del “Condividi” di Facebook].

Vedete, cari lettori; premere una qualsiasi lettera sulla tastiera del Mac, giunti a questo punto, è diventata la cosa più difficile del mondo.
Un mondo che, siamo certi, si lascerà presto alle spalle quest’annata maledetta, tutte le sue disgrazie, infelicità e tutti i suoi fastidiosi virus.

 
 

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