Errare è lecito ma perseverare è diabolico soprattutto quando ci sono di mezzo feriti e decessi. Il Genio della lampada delle rotonde di corso Milano ha soddisfatto anche il secondo desiderio del suo padrone occasionale Aladino, e chissà come sarà il terzo..
Alle fantastasiose pericolose e troppo facili rotonde, con accessoriato il passaggio pedonale annesso, come fosse un pacchetto “clima + cerchi in lega” si aggiunge una distensiva salutare pista ciclabile lungo tutto canale Camuzzoni, fino alla diga del Chievo, che interseca molte delle strade (!) ad alto traffico di tutto il quartiere del Saval, 11mila residenti. Nessun accorgimento per segnalare, interrompere e frenare il normale traffico automobilistico nei punti di scambio “sportivo” tra bici ed auto se non una semplice segnaletica verticale e delle strisce desuete sulla pavimentazione. Una roulette russa per il ciclista che “combatte” contro l’automobilista, ma perde. Se pensiamo che un geometra, appena sfornato dall’istituto Cangrande, avrebbe dall’alto dei suoi diciannove anni previsto con alta probabilità l’impatto fra mezzi su ruote quando questi hanno un punto di incrocio fra le traiettorie comprendiamo che la Mente probabilmente deve chiedere aiuto a chi ha un cervello acceso.
Il fato e lo sport si uniscono gridando l’incapacità previsionale della Mente che ha prodotto questo anatema viabilistico.
C’è scappato il morto, un uomo che amava certamente la vita, l’aria nei polmoni e la bicicletta. Usava pedalare al sicuro, esattamente sulle nostre ciclabili.
Genio, esaudisci il terzo desiderio e per cortesia.. torna nella lampada.
Capitan Kappler