“Egr. Sig. Sindaco, Assessori, Consiglieri ed Amministratori tutti,
a noi cittadini non interessano le beghe partitiche cui abbiamo recentemente assistito sulla questione in oggetto: semplicemente non riteniamo accettabile che, dopo lunghe battaglie per evitare i pericoli connessi alla circolazione dei TIR in ingresso e in uscita da quello che ormai dovrebbe essere un “EX” scalo merci, i cittadini debbano nuovamente ricordare anche agli attuali Amministratori che i TIR nei quartieri non sono più accettabili“.
È con queste righe che il Comitato di Verona Sud sceglie di aprire la propria lettera aperta nei confronti dell’attuale amministrazione di centrosinistra a Palazzo Barbieri (ma non solo).
Croce e delizia fra i grandi temi che popolano il percorso della Verona di domani, l’ex Scalo Merci ritorna…alle “origini”.
Dopo le grandi manovre e gli effettivi passi burocratici in avanti compiuti nel triennio Sboarina (ah sì! C’è stato anche il COVID19), ora il nastro del tempo sembra essersi riavvolto in modo inerziale, silénte: “Questa amministrazione chiede ai cittadini di limitare l’uso della propria auto, ma al contempo NON VIETA l’arrivo dei TIR? Perché non si è pensato ad altra soluzione?“ si domandano ancora i membri del Comitato.
“Con quale coerenza si chiede ai cittadini di aderire ai “Mobility Day”? Vi sono cittadini di serie A (nel centro storico super protetto da ZTL) e cittadini di serie B (in periferia) che, viceversa, possono convivere e forse soccombere ai TIR? E’ lecito che qualcuno faccia affari a rischio della salute ed incolumità dei cittadini, lasciando poi i danni, causati a strade e tombini, sulle spalle degli stessi cittadini gabbati quindi due volte?”.
“ll Comune di Verona è attentissimo nel cercare di soddisfare al meglio ogni bramoso interesse urbanistico o iniziativa economica di imprese e gruppi organizzati, ma l’art. 41 della Costituzione spiega che “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Si sta agendo coerentemente con questo principio costituzionale?”
Su quest’ultimo assunto della lettera si accoda – involontariamente – il primo di una serie di reazioni da parte dei rappresentanti cittadini delle circoscrizioni coinvolte e menzionate nella lettera, la IV e la V. Le uniche due a guida centrodestra della città.
“Apprezziamo l’invito alla riflessione del comitato e i “segnali di fumo” da esso lanciati alle nostre circoscrizioni, ma a forza di guardare il dito e non la luna, si è fatta notte fonda sul Central Park – ribatte Christian Galletta, consigliere della IV (FDI-Sboarina Sindaco). Nelle sedi istituzionali – prosegue – abbiamo sempre gridato aiuto anche noi, affinchè si pensasse alla realtà ma soprattutto al futuro, con un parco enorme e verde, ma con realtà commerciali che potessero sostenere i suoi costi di realizzazione e di manutenzione”.
Ancora più appuntita la critica lanciata dalla collega di partito, questa volta in V Circoscrizione, Veronica Perazzolo: “A forza di fare demagogia il centro sinistra ha perso il senso della misura oltre che della realtà, perché l’unica grande vera opportunità persa è il grande Central Park, e questa nuova amministrazione più volte apertamente sostenuta dal comitato, ha fatto di tutto per stopparla, (chiedendo 100% tutta l’area verde e molte cose fantasiose)”.
“Francamente ad oggi i privati hanno il diritto di occupare l’area come meglio credono, ma ciò che ci lascia basiti è che anche i comitati guardano il dito e non la luna. Concordiamo con loro che l’amministrazione poteva e doveva intervenire, in fondo per 15 anni hanno criticato il cdx per questi motivi e la “mancanza di dialogo con i privati” ( !!! dal loro punto di vista, visto che il dialogo c’era, ma non sempre i comitati hanno ragione o si possono sospendere lecite iniziative private) Perchè non si prende coscienza del fatto che l’operazione Central Park sta completamente saltando a causa delle scelte di questa amministrazione? Perchè non ci si capacita che a maggior ragione il tunnel era fondamentale per far defluire i veicoli?” – ad una sorta di ‘riflessione di fondo’ sono state affidate queste domande aperte.