Il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto con la sentenza n. 03059/2024, pubblicata il 27 dicembre 2024, ha annullato una decisione del Comune di Verona che imponeva al curatore fallimentare di una cartiera (Cartiera di Cadidavid) di sorvegliare una discarica abusiva
La vicenda. La controversia nasce da una situazione di emergenza ambientale legata alla presenza di ingenti quantità di rifiuti, principalmente carta da macero, all’interno dei locali di una ex cartiera (Cartiera di Cadidavid S.r.l.). Di fronte a questa situazione, è stata emessa l’ordinanza contingibile ed urgente del Sindaco del Comune di Verona (n. 60 del 10 luglio 2020) che imponeva al curatore fallimentare della cartiera di garantire la sicurezza del sito e di prevenire eventuali rischi per la salute pubblica e l’ambiente.
La decisione del TAR. Il TAR del Veneto, accogliendo il ricorso del curatore fallimentare, ha annullato con la sentenza 3059/2024 l’ordinanza del Comune per diverse ragioni:
- Mancanza dei presupposti per l’ordinanza d’urgenza: Il TAR ha ritenuto che la situazione, pur grave, non presentava i caratteri di eccezionalità e imprevedibilità necessari per giustificare l’adozione di un provvedimento d’urgenza. La presenza di rifiuti nell’area era infatti nota da tempo e non costituiva un’emergenza improvvisa.
- Durata indeterminata dell’obbligo: L’ordinanza comunale non stabiliva un termine preciso per la durata dell’obbligo di sorveglianza a carico del curatore fallimentare, imponendo di fatto un onere indefinito e sproporzionato.
- Spostamento indebito degli oneri: Il TAR ha sottolineato come il Comune abbia cercato di scaricare su un soggetto terzo, quale il curatore fallimentare, le responsabilità connesse alla gestione di una situazione di emergenza ambientale causata da altri soggetti.
Le ragioni della sentenza. In sintesi, il TAR ha annullato l’ordinanza comunale perché:
- Non esisteva un’effettiva urgenza: la situazione, pur grave, non era improvvisa e poteva essere affrontata con strumenti ordinari.
- L’obbligo imposto al curatore fallimentare era eccessivo e indeterminato nel tempo.
- Il Comune ha cercato di scaricare indebitamente le proprie responsabilità.
Le conseguenze della sentenza. La decisione del TAR ha importanti implicazioni per l’azione amministrativa. Essa ricorda che le ordinanze d’urgenza sono uno strumento eccezionale, da utilizzare solo in casi di effettiva necessità e con le dovute garanzie per i cittadini. Inoltre, la sentenza sottolinea l’importanza di individuare le responsabilità e di adottare misure correttive nei confronti dei veri responsabili delle situazioni di emergenza ambientale.
In conclusione, il TAR del Veneto ha ribadito l’importanza del rispetto dei principi di legalità e proporzionalità nell’azione amministrativa, tutelando al contempo i diritti dei cittadini e delle imprese.
E’ davvero strana (qualcuno ha detto maledetta) la vicenda della Cartiera di Cadidavid Srl, con sede in Castellarano (RE), società che operava nel settore del trattamento della carta da macero per la produzione di carta da imballo presso il complesso industriale di cui è proprietaria, sito a Verona, località Cadidavid, in via Ca’ Aprili.
Dal 2004 in poi la Società è stata sottoposta a diverse procedure concorsuali. Nelle more di tali procedure, dal 9 febbraio 2011 la Cartiera Cadidavid aveva concesso in affitto l’azienda a Mugnai Carta Srl, la quale ha successivamente modificato la propria denominazione in Cartiera di Verona Srl. Con sentenza in data 10 marzo 2020 il Tribunale di Reggio Emilia dichiarava il fallimento della Cartiera di Cadidavid Srl, quasi contemporaneamente con sentenza in data 11 marzo 2020 il Tribunale di Verona dichiarava il fallimento di Cartiera di Verona Srl i cui soci erano: Capital Investment Trust Società Fiduciaria e di Revisione Srl (BS) – 40%; Fiduciaria Emiliana Spa (RE) – 20%; REVERE 2002 Srl (MO) – 20%; Fiduciaria Poldi Allai Srl (PR) – 20%. Ben tre società fiduciarie.
Il fallimento della Cartiera di Cadidavid ha lasciatol’azienda in uno stato disastroso, sfasciata e distrutta con l’abbandono di una montagna di rifiuti (25000 tonnellate) accumulati da anni al di fuori dell’azienda. LA domanda è sempre la stessa in questi casi: chi e quando sono stati fatti i controlli? (ne ho scritto in questo articolo).
Alberto Speciale
(immagine di repertorio de L’Arena)