“In questi giorni si sta perfezionando il passaggio della maggioranza delle quote azionarie dell’Aeroporto Catullo dalla società Aerogest, posseduta dagli enti pubblici locali con il 47%, alla società Save che, con il 41% delle quote sta gestendo da alcuni anni lo scalo scaligero. E’ una scelta che rischia di accelerare ancor di più il declino di un asset che dovrebbe essere strategico per la nostra città e che è invece in crisi totale”.
Questo l’incipit di Gianni Benciolini, coordinatore +Europa Verona e di Lorenzo Dalai, presidente +Europa Verona.
“Save – continuano – si è distinta per la sua gestione fallimentare: dopo diversi anni di crescita annua, ha subito una grave crisi a partire dal 2008, al punto da venir superato da Treviso come numero di passeggeri; è stato l’unico scalo italiano che ha impiegato oltre dieci anni a raggiungere, nel 2019, il livello di passeggeri pari a quello pre-crisi del 2007, con la sua progressiva riduzione a scalo di semplice servizio.
Come se non bastasse, anche l’operazione di vendita è poco chiara: la permanenza della maggioranza pubblica è sempre stata la linea di difesa degli enti locali e di Aerogest. Save dal punto di vista della sua solidità finanziaria solleva non poche perplessità, il pacchetto azionario del socio di riferimento Enrico Marchi supera di poco il 10% mentre la maggioranza reale è posseduta da Fondi europei che non partecipano alla gestione della società, ma che, sulla base di una qualsiasi scelta unilaterale, possono determinare la loro uscita da Save con conseguente crisi finanziaria.
Infine, ma certo non meno importante, la svendita del Catullo a Save è oggetto di una specifica indagine da parte dell’Agcom (l’autorità dell’anticorruzione), conclusa con una dettagliata relazione nella la quale si individuava una procedura “non conforme alle previsioni del codice dei contratti e ha trasmesso alla Procura di Verona gli atti per eventuali profili di sua competenza.
Non siamo giustizialisti ma una maggiore trasparenza su scelte così importanti è doverosa e ci aspettiamo che queste decisioni vengano discusse e condivise e non prese nel chiuso di uno dei soliti salotti in cui si fa politica in questa città”.
IL GRANDE MALE DI QUESTA CITTA’ CHIAMATA VERONA E’ IL CONSOCIATIVISMO. CHI SAPRA’ SCARDINARLO SARA’ SANTO SUBITO.