Dopo il grande successo di “Edmund Kean” con Gigi Proietti, la sezione prosa dell’Estate Teatrale Veronese prosegue – dal 12 al 14 luglio al teatro Romano con inizio alle 21.15 – col “Calzolaio di Ulisse – Oratorio” di Francesco Niccolini e Marco Paolini, protagonista lo stesso Paolini, con la regia di Gabriele Vacis. Lo spettacolo è prodotto da Jolefilm. In scena, insieme a Paolini, Saba Anglana, Vittorio Cerroni, Lorenzo Monguzzi ed Emanuele Wiltsch.
Di Eratostene di Cirene la frase che dà l’incipit allo spettacolo: «Noi troveremo i luoghi / delle peregrinazioni di Ulisse / il giorno in cui rintracceremo il calzolaio / che cucì l’otre dei venti di Eolo». Nel “Calzolaio di Ulisse” storie di dèi, mostri, uomini e guerrieri, imparentati e legati fra di loro, hanno come perno Ulisse, nipote di Hermes, amato e protetto da Atena, perseguitato da Poseidone, immensamente desiderato da Calipso e concupito da Circe.
«Intorno a questo signor Nessuno – dice Paolini – prima o poi incontri tutto il resto, ramificato e contorto come l’immenso ulivo nel quale scolpì il talamo nuziale suo e di Penelope, la donna che per vent’anni – non si sa come – seppe attenderlo. Infiniti i fili del racconto: se ne potrebbe fare non uno, ma dieci di spettacoli. E dato che tutto qui dentro è collegato nel più incredibile e sorprendente “effetto domino” che storia ricordi, è obbligatorio rifarsi da zero, riavvolgere il nastro e da lì partire. E a grandi falcate, o bracciate, oppure ancora in volo sulle spalle di un dio, raggiungere quel piccolo scoglio mediterraneo: Itaca. Questo canto, antico di quasi tremila anni, passato di bocca in bocca, e di anima in anima, è il soul per eccellenza. È la storia dell’Occidente. A noi, oggi, non resta che cantarla a modo nostro: larga, divertita, sensuale, commossa, ironica, crudele, bugiarda, eccitante, straziata. E piena di musica, perché è impossibile immaginare un aedo senza la sua cetra, che nella nostra versione ha la forza ritmica di un ensemble variegato, musicisti e voci che insieme sono mediterraneo: mare terra sangue carne profumo lacrime salso vino vento. E un sonno profondo e magico ci porta dove un giorno dobbiamo arrivare: là dove un vecchio calzolaio cieco intreccia trame destini e rimpianti».
Ulisse occupa i pensieri e lo studio di Paolini da molti anni. I primi passi risalgono al 2003, quando nel sito archeologico di Carsulae, con le improvvisazioni musicali di Giorgio Gaslini e di Uri Caine e la scena di Arnaldo Pomodoro, mette in scena il primo racconto con il titolo “U.“. L’anno dopo ne fa una rivisitazione, compagni di viaggio il maestro Mario Brunello e il bluesman Tolo Marton. Poi il lavoro, come spesso accade negli spettacoli di Paolini, si ferma e rimane a decantare nella sua memoria.
Nel 2013, a Milano, in occasione del progetto “Odyssey“, intorno allo spettacolo diretto da Robert Wilson e prodotto dal Piccolo, divenuto occasione di incontri e riflessioni, ne propone una ripresa al teatro Strehler; da quel momento, l’ispirazione e la ricerca riprendono. E l’estate scorsa, con la “Piccola Odissea tascabile”, iniziano i primi studi per trovare la lingua per questa storia che arriva oggi all’Estate Teatrale Veronese col titolo “Il calzolaio di Ulisse”. Strutturato in forma di oratorio, l’opera fonde parola narrata e parola musicata per raccontare il lavoro dell’aedo prima di Omero. Questo debutto è una tappa: replicherà a Operaestate Festival Veneto e poi di nuovo andrà in pausa, per lasciare a Paolini e ai compagni di viaggio – il coautore Francesco Niccolini, il regista Gabriele Vacis – il tempo di decantare e di trovare la forma per il passo successivo.
L’azione scenica prenderà corpo solo nei prossimi mesi, nello spettacolo, che di questo oratorio è seguito e sviluppo, intitolato “Nel tempo degli dèi”, coprodotto da Piccolo Teatro di Milano e Jolefilm. Lo spettacolo andrà in scena al teatro Strehler nel marzo 2019. Marco Paolini firmerà per la prima volta una produzione del Piccolo, confermando la sintonia tra il lungo percorso che il Teatro ha tracciato attraverso il Mediterraneo e la sua personale ricerca sull’Ulisse. Una coproduzione, fortemente voluta dal Piccolo che da tanti anni è “casa teatrale” per gli spettacoli di Paolini.