“Annunciata in pompa magna a fine del marzo scorso sull’onda della retorica, trita e ritrita, della smart-city, la sperimentazione del 5g a Verona è di fatto ancora ai nastri di partenza: alla specifica richiesta del capogruppo Pd Federico Benini, la direzione Informatica del Comune di Verona fa presente che “non esiste alcuna documentazione né atto amministrativo riguardante il 5g sul territorio comunale. Quindi la smart city è ferma”.
La premessa politica estera del gruppo di consiglieri comunali del Partito Democratico, che in questo caso tuttavia non vedono male l’immobilismo amministrativo, in ottica salute dei cittadini veronesi.
“Per una volta le promesse a vuoto dell’amministrazione Sboarina tornano utili alla popolazione veronese che, come sottolineato di recente dai Medici per l’Ambiente di Isde, non sa ancora cosa aspettarsi dalla nuova tipologia di antenne sul territorio. Ad oggi, infatti, non sono ancora note le possibili conseguenze di queste microonde (dai 3 ai 300 GHz) sull’organismo umano. Sboarina e Agsm hanno sottoscritto con Tim un protocollo di intesa senza interpellare nessun altro e senza dare alcun tipo di informazione alla popolazione. Di fatto, grazie a Sboarina, Verona funzionerà da cavia in questo settore. E per ironia della sorte, a differenza delle altre città, individuate ( e un po’ costrette) dal ministero, Sboarina ci ha pure offerti come volontari”.