La pubblicazione, di IFEL, “I Comuni italiani 2022 – Numeri in tasca” illustra le principali caratteristiche territoriali, istituzionali, economico-finanziarie e socio-demografiche dei comuni italiani, utilizzando come fonti primarie i dati ufficiali più recenti e disponibili a livello di singolo comune
Questa edizione de “I Comuni italiani 2022 – Numeri in tasca” illustra le principali caratteristiche territoriali, istituzionali, economico-finanziarie e socio-demografiche dei 7.904 comuni italiani esistenti al 12 ottobre 2022, utilizzando come fonti primarie i dati ufficiali più recenti e disponibili a livello di singolo comune.
L’obiettivo è quello di fornire un agile strumento di lavoro a quanti – politici, amministratori, studiosi dei fenomeni territoriali – si interrogano sui caratteri ed i cambiamenti in atto nel mondo eterogeneo dei comuni. Un mondo in continua evoluzione che rappresenta saldamente l’elemento unificatore in cui gli italiani si trovano, il luogo dove vivono la propria quotidianità, l’istituzione più vicina alla quale si rivolgono per avere una risposta ai bisogni, alle difficoltà, alla voglia di partecipazione.
Piccoli comuni.
Dei 7.904 comuni italiani sono ben 5.532 (pari al 70%) quelli che sono considerati “piccoli”, ovvero con una popolazione pari o inferiore alle 5.000 unità (Fonte: elaborazione IFEL-Ufficio Analisi ed Elaborazione Dati Economia Territoriale su dati Istat, 2022). E’ un numero considerevole, quidato dalla Regione Valle d’Aosta che su 74 comuni totali ben 73 sono “piccoli” (98,6%), segue il Molise con 128 su 136 (94,1%), il Piemonte con 1.046 su 1.181 (88,6%), il Trentino-Alto Adige 241 su 282 (85,5%), la Sardegna con 318 su 377 (84,4%), l’Abruzzo 252 su 305 (82,6%), la Basilicata con 107 su 131 (81,7%), la Calabria con 327 su 404 (80,9%), la Liguria con 184 su 234 (78,6%), le Marche con 162 su 227 (71,4%), il Friuli-Venezia Giulia con 153 su 215 (71,2%). I dati restituiscono come le regioni più “piccole” sono quelle che palesano la più alta percentuale di “piccoli” comuni, con l’eccezione del Piemonte.
Le regioni con la più bassa pecentuale vedono la Puglia con 87 “piccoli” comuni sui 257 esistenti (33,9%), segue la Emilia-Romagna con 133 su 328 (40,5%), la Toscana con 119 su 273 (43,6%), il Veneto con 291 su 563 (51,7%), la Sicilia con 211 su 391 (54,0%), la Campania con 343 su 550 (62,4%), Lazio con 255 su 378 (67,5%), l’Umbria con 63 su 92 (68,5%) e la Lombardia, la regione con il più alto numero di comuni, con 1.039 su 1.506 (69,0%).
Comuni con sindaco donna. I sindaci in carica nei comuni italiani, per genere e
regione (dato ad ottobre 2022).
Per quanto riguarda il “primo cittadino” o la “prima cittadina” ancora oggi il genere maschile prevale prepotentemente registrando una media nazionale del 15,2% per le sindache donne e dell’84,8% per i colleghi uomini. Il documento di IFEL mostra punte che superano il 90% come accade in Campania con il 94,8% di sindaci in carica uomini e solo il 5,2% di sindaci di genere femminile.
I sindaci in carica nei comuni italiani, per genere e regione, (dato ad ottobre 2022) vedono i seguenti numeri:
Regione Donne Uomini
Piemonte 17,9% 82,1%
Valle d’Aosta 19,4% 80,6%
Lombardia 18,3% 81,7%
Trentino-Alto Adige 15,7% 84,3%
Veneto 17,1% 82,9%
Friuli-Venezia Giulia 20,6% 79,4%
Liguria 14,6% 85,4%
Emilia-Romagna 21,0% 79,0%
Toscana 18,4% 81,6%
Umbria 17,4% 82,6%
Marche 15,9% 84,1%
Lazio 13,6% 86,4%
Abruzzo 14,9% 85,1%
Molise 16,5% 83,5%
Campania 5,2% 94,8%
Puglia 9,3% 90,7%
Basilicata 12,0% 88,0%
Calabria 8,8% 91,2%
Sicilia 6,7% 93,3%
Sardegna 13,9% 86,1%
ITALIA 15,2% 84,8%
Sono invece decisamente pochi i sindaci fino a 35 anni di età in carica nei comuni
italiani (dato ottobre 2022), solo 334 (pari al 4,4% del totale). Le regioni con il numero più elevato sono la Valle d’Aosta (9,7%) l’Emilia Romgna (9,2%) ed il Lazio (6,5%). Fanalino di coda il Molise (1,5%) mentre il Veneto è al 4,5%.
I dipendenti comunali per 1.000 abitanti, dato 2020, vedono ai primi posti per numero la Valle d’Aosta con 1.199, pari a 9,66 dipendenti ogni 1000 abitanti, il Trentino-Alto Adige con 9.595, pari a 8,91 dipendenti ogni 1000 abitanti e la Sicilia con 41.634, pari a 8,64 dipendenti ogni 1000 abitanti. Le ultime posizioni, quelle con un numero inferiore di dipendenti comunali ogni 1000 abbitanti, sono occupate dalle regioni: Puglia con 14.184 (3,63%), Campania con 24.182 (4,34%), Abruzzo 6.125 (4,83%) e Veneto 23.737 (4.92%).
Relativamente alle imprese attive nei comuni italiani, per regione, variazione % 2020-2021, la pubblicazione di IFEL (Fonte: elaborazione IFEL-Ufficio Analisi ed Elaborazione Dati Economia Territoriale su dati Infocamere, anni vari) indica un totale di 5.147.486 imprese nel 2020 e di 5.164.810 nel 2021, registrando una variazione 2020/2021 del +0,3%. La regione con il numero maggiore è, come prevedibile, la Lombardia con 811.098 imprese nel 2020 e di 814.755 nel 2021 (+0.5%). Segue il Lazio, in flessione del -4.5%, con 502.542 (2020) 479.986 (2021), la Campania con 497.164 (2020) e 506.601 (2021) ed il Veneto con 427.517 (2020) e 429.779 (2021) in incremento del +0,5%.
La specializzazione economica dei comuni italiani, per regione, 2021, (Fonte: elaborazione IFEL-Ufficio Analisi ed Elaborazione Dati Economia Territoriale su dati Infocamere, 2022) tra il Settore Primario (settore economico che comprende l’agricoltura e l’attività estrattiva), il Settore Secondario (settore economico che comprende l’industria) ed il Settore Terziario (settore che comprende i servizi) conferma la vocazione regionale verso il settore primario (60,2%), a seguire il secondario (30,0%) ed ultimo il terziario (9,8%).
Per quanto riguarda gli sportelli bancari nei comuni italiani, per regione, 2022 (Fonte: elaborazione IFEL-Ufficio Analisi ed Elaborazione Dati Economia Territoriale su dati Banca d’Italia e Istat, 2022), la regione “capofila” è (ancora) la Lombardia con 4.263 sportelli seguita da Emilia-Romagna con 2.222, Veneto con 2.181 e Piemonte con 1.746. L’Emilia-Romagna invece svetta per l’indice “% comuni con sportelli bancari sul totale dei comuni
della regione” con il 93,3% a conferma della capillarità degli sportelli sul territorio.
L’analisi del “reddito imponibile ai fini dell’addizionale comunale IRPEF nei comuni italiani, per regione, anno d’imposta 2020″ (Fonte: elaborazione IFEL-Ufficio Analisi ed Elaborazione Dati Economia Territoriale su dati MEF-Dipartimento delle Finanze, 2022) mostra la lombardia scettare di misura su tutte le regioni con un valore di 161.576.590.550 €, pari a 28.732 € per contribuente, in seconda posiione si colloca il Lazio con 78.265.220.137 € per 28.536 € procapite in terza posizione il Veneto con 70.727.078.069 € pari a 25.532 e procapite.
I comuni più “green” con installati impianti alimentati a fonti rinnovabili in esercizio, per regione, (2021) sono quelli in Piemonte ,con il 12,8% di impianti alimentati a fonti rinnovabili, la Lombardia (16,8%), il Trentino-Alto Adige (10,2%) ed il Veneto (10,2%).
Nota dolente per il parco veicoli circolante con una media italiana di 67,2 autovetture per 100 abitanti ma soprattutto con il 29,7% di incidenza % Euro 6 su totale autovetture della regione (Fonte: elaborazione IFEL-Ufficio Analisi ed Elaborazione Dati Economia Territoriale su dati ACI-Autoritratto 2021 e Istat, 2022). Sono solo due le regioni che superano il 50% di veicoli Euro 6, la Valle d’Aosta con il 73,6% (!) ed il Trentino-Alto Adige (61,1%) le quali detenono il record del maggior numero di auto ogni 100 abitanti rispettivamente con 201 e 112,8. Il Veneto invece segna Veneto 65,7 vetture ogni 100 abitanti ed il 33,5% di auto irolanti Euro 6.
Segnano un valore negativo tutte le regioni rispetto al tasso di natalità, mortalità ed incremento naturale dei residenti nei comuni italiani, per regione, 2021. La media italiana vede un 6,84 di tasso di natalità contro un 12,50 di mortalità registrando un secco -5,66. LA regione con il tasso di decresita maggiore è la Liguria con -11,18, seguita dal Piemonte con -9,07, dalla Valle d’Aosta -8,36, Molise -7,94, il Veneto è a -5,06.
Sul fronte degli “stranieri”, i cui dati spesso sono erroneamente fatti circolare per canalizzare un pensiero politico, l’analisi della popolazione straniera residente nei comuni italiani, per regione, (2021) il dato nazionale vede 5.171.894 cittadini residenti non italiani pari ad un tasso dell’8,7% di incidenza sulla popolazione residente. E’ l’Emilia Romagna a totalizzare il più alto numero di stranieri sul proprio territorio con 562.257 abitanti pari al 12,7% del totale, segue la Lombardia con 1.190.889 e 11,9% del totale, la Toscana con 425.931 e 11,5%, il Lazio con 635.569 e 11,1%, lìUmbria 92.537 e 10,7% ed il Veneto 509.420 e 10,5%,
Alberto Speciale