Handling Catullo, fallito gli incontri tra le parti

 
 

“L’”infinito silenzio” di leopardiana memoria è stato il filo conduttore, da parte datoriale, degli incontri che nell’ultimo mese e mezzo avrebbero dovuto affrontare, e auspicabilmente risolvere, la questione dei 60 lavoratori di Gh, società di handling del Catullo i cui posti di lavoro sono a rischio a seguito del ritiro dell’appalto da parte di Ryanair che ha manifestato l’intenzione di affidarsi ad una nuova società di sua fiducia, Skytanking Italia”.

Così Alessandro Poles, Segretario generale FIlt Cgil Verona

“Gli incontri si sono svolti in un clima surreale caratterizzato da reticenza verso le richieste sindacali e da grottesca deferenza verso il potente vettore, sia da parte datoriale, sia da parte del gestore, la società Catullo, che ci ha convocati fuori tempo massimo, quando i termini previsti dalle procedure di raffreddamento erano già scaduti. Un atteggiamento che prosegue tutt’ora: a poche ore dall’incontro in Prefettura di Verona, fissato per giovedì 19 settembre, soltanto un paio di aziende di Handling hanno risposto alla convocazione. Silenzio dal gestore Catullo. Di questo passo lo sciopero sarà inevitabile.

Le controparti fingono goffamente di non vedere, e altrettanto goffamente cercano di non far conoscere la gravità della situazione: da un lato viene confermata la procedura di licenziamento collettivo che riguarderebbe una sessantina di lavoratori su un totale di 150; dall’altro lato il nuovo operatore non aderisce ad alcun contratto collettivo nazionale, a parole garantisce di non voler lasciare a casa nessuno ma nel contempo non conferma le buone intenzioni mettendole nero su bianco; per di più, ad alimentare i timori dei lavoratori, in contemporanea con l’apertura delle procedure di mobilità, vengono fuori ricerche di personale per l’aeroporto, tramite Agenzie Interinali del veronese, con assunzioni a tempo determinato ma con l’applicazione del CCNL Logistica, Trasporto Merci e Spedizione. Questo significa che, in spregio alle più elementari regole di civiltà del lavoro, non c’è alcuna garanzia che i lavoratori possano essere trasferiti alla nuova società. E che, parallelamente, in caso di trasferimento, non vi è alcuna garanzia che i lavoratori possano mantenere il medesimo trattamento retributivo. Quello che dovrebbe essere un semplice cambio appalto rischia così di trasformasi in un clamoroso caso di dumping contrattuale con potenziale perdita di posti di lavoro e peggioramento delle condizioni contrattuali di impiego.

Come Sindacato torniamo a sollecitare la società Catullo, gestore dello scalo, affinché usi i suoi poteri per regolamentare le attività di handling all’interno dell’aeroporto veronese. Lo strumento esiste e si chiama “clausola di sito”, che permette di fissare un tetto al numero di operatori di handling che operano nello scalo con immediati ed evidenti benefici sul fronte della sicurezza dei lavoratori e degli stessi utenti dell’aeroporto. Permette inoltre di fissare delle regole in caso di cambio appalto, assicurano l’applicazione della corretta tipologia di contratto di lavoro a tutti i lavoratori e lavoratrici.

Diciamo no al caos, no alla precarietà, no alla giungla contrattuale all’interno di un settore strategico e delicato come quello aeroportuale. Venezia applica già regole simili. Perché Verona non può farlo? Che cosa sta succedendo alla periferia dell’impero?”