Guerra Guerra Guerra: non ci sono dubbi sul tema e sull’intensità con cui viene trattato nel nuovo libro a doppia firma Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, in presentazione domani, mercoledì 21 novembre, alla libreria Feltrinelli di Verona, ore 18.
Gian Micalessin è giornalista di guerra dal 1983, quando fonda – con Almerigo Grilz e Fausto Biloslavo – l’Albatross Press Agency e inizia la carriera seguendo i mujaheddin afghani in lotta con l’Armata Rossa sovietica; da allora ha raccontato più di 40 conflitti dall’Afghanistan all’Iraq, alla Libia e alla Siria passando per le guerre della Ex Jugoslavia, del Sud Est asiatico, dell’Africa edell’America centrale. Oltre agli articoli per “Il Giornale” – per cui lavora dal 1988 – ha scritto per le più importanti testate nazionali ed internazionali (Panorama, Corriere della Sera,Liberation, Der Spiegel, El Mundo, L’Express, Far Eastern Economic Review). E’ anche documentarista ed autore televisivo: i suoi reportage e documentari sono stati trasmessi dai più importanti network nazionali ed internazionali (Cbs, Nbc, Channel 4, France 2, Tf1, Ndr, Tsi, Canale 5, Rai 1, Rai2, Mtv); ha diretto i video giornalisti di “SeiMilano” la tv che ha lanciato il videogiornalismo in Italia ed ha lavorato come autore e regista alle prime puntate de “La Macchina del Tempo” di Mediaset, nonchè come autore di “Pianeta7”, programma di reportage esteri de “La 7”.
Nel 2011 ha vinto il “Premio Ilaria Alpi” per il miglior documentario con un film prodotto da Mtv sulla rivolta dei giovani di Bengasi in Libia e nel 2012 il premio giornalistico Enzo Baldoni della Provincia di Milano. Ha pubblicato numerosi libri, l’ultimo è “Guerra Guerra Guerra” insieme a Biloslavo.
“Girare il mondo, sbarcare il lunario scrivendo articoli – si racconta Fausto Biloslavo – e l’avventura mi hanno spinto a diventare giornalista di guerra“. Classe 1961, ha frequentato il Nautico di Trieste, “scuola che mi sta più a cuore della laurea in Scienze Politiche indimenticabile non per il 110 e lode, ma per il bacio accademico della prof più giovane“. Il battesimo del fuoco è un reportage sull’invasione israeliana del Libano nel 1982, dove è l’unico a fotografare Yasser Arafat in fuga da Beirut, per un colpo di c….. Con Almerigo Grilz, “che, come tutti i migliori, se ne è andato troppo presto in prima linea in Mozambico“, e Gian Micalessin ha fondato a Trieste l’agenzia di free lance Albatross press agency. Negli anni Ottanta hanno coperto insieme le guerre dimenticate dall’Afghanistan, all’Africa, fino all’Estremo Oriente. Nel 1987 è stato catturato e tenuto prigioniero a Kabul per sette mesi, dopo un reportage con la resistenza afghana contro l’Armata rossa. “Se non ci fosse stato il picconatore Cossiga e qualche amico triestino sarei stato dimenticato in Afghanistan. Un anno dopo ho voluto tornare a Kabul e vengo punito da un camion militare che mi riduce in fin di vita. Come diceva il colonnello Kurtz in Apocalipse now mi faccio “amico l’orrore” seguendo i conflitti peggiori, come il genocidio in Ruanda e nei Balcani racconto tutte le guerre dalla Croazia, alla Bosnia, fino all’intervento della Nato in Kosovo”.
Nel 1997 il servizio più pericoloso: in Cecenia a liberare Mauro Gallegani, fotografo di Panorama, rapito dai tagliagole locali. Il giorno del suo quarantesimo compleanno entra a Kabul liberata dai talebani grazie ai B 52 a stelle e strisce. Nel 2003 è nel deserto al seguito dell’invasione alleata che ha abbattuto Saddam Hussein. Lo scorso anno è stato l’ultimo giornalista italiano ad intervistare il colonnello Gheddafi.
E’ autore di due libri (“Prigioniero in Afghanistan” – Sugarco e “Le lacrime di Allah” – Mondadori), “ma sono convinto che il mestiere del giornalista non è quello dello scrittore“. “Gli occhi della guerra” (2007), un libro fotografico sui conflitti dagli anni Ottanta ad oggi, è un ricordo per l’amico e collega Almerigo e dell’intramontabile Nikon, “il mio primo amore“. In quasi 30 anni di lavoro, sui fronti più caldi del mondo, ha scritto oltre 4000 articoli e vissuto tante guerre “da apprezzare sempre più le cose semplici della vita e la fortuna di vivere in pace“.