Alla fine, i Paesi dell’UE hanno votato per rinnovare per cinque anni l’autorizzazione del controverso erbicida Glifosato. A favore si sono espressi 18 paesi, nove i contrari e un astenuto, il Portogallo. L’Italia è tra quelli che hanno votato contro. La Germania alla fine esce dal gruppo dei Paesi indecisi e sostiene la proposta della Commissione. Critiche dal Parlamento europeo, Coldiretti chiede il bando delle importazioni in Italia.
Era l’ultima occasione per dire no al Glifosato, ma i Paesi europei l’hanno sprecata autorizzandolo per altri cinque anni. A Bruxelles, infatti, dopo che nei mesi scorsi tutte le riunioni erano finite senza una maggioranza qualificata (con Italia e Francia contrarie), gli Stati membri si sono ricompattati a favore della proroga più lunga possibile all’uso dell’erbicida (i cui effetti cancerogeni sono oggetto di una forte contrapposizione scientifica tra diverse agenzie di studio).
Sul tavolo le opzioni erano diverse: rinnovo per cinque anni e poi verifica, come richiesto dalla Commissione Europea; rinnovo per tre anni come proposto da Francia e Italia; stop immediato alla proroga. Se anche questa votazione fosse andata a vuoto, Bruxelles avrebbe potuto procedere di sua iniziativa verso l’allungamento dell’autorizzazione per altri cinque anni, ma il via libera dato nel “Comitato d’appello” da 18 Stati membri su 28 aggiunge al provvedimento una solida base in termini di legittimazione e consenso politico.
Lunedì 27 novembre i 28 paesi membri votanti si sono divisi tra:
- contrari: Italia, Francia, Belgio, Grecia, Ungheria, Cipro, Malta, Lussemburgo e Lettonia;
- astenuti il Portogallo;
- favorevoli: Danimarca, Estonia, Lituania, Svezia, Finlandia, Germania, Regno Unito, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Polonia, Austria,Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria, Romania, Croazia, e Slovenia. Insieme rappresentano il 65,7% della popolazione totale dell’UE, uno dei due requisiti necessari per avere un via libera al rinnovo dei permessi di compra-vendita e utilizzo del Glifosato. Serviva il 55% degli Stati membri (16 su 28) rappresentante almeno il 65% della popolazione comunitaria.
A spostare gli equilibri è stata infatti la Germania che in precedenza si era astenuta. Ma perché la Germania ha cambiato rotta?. Il pensiero non può non andare al fatto che una delle maggiori industrie nazionali, la Bayer è impegnata nel percorso di acquisizione di Monsanto, principale produttore del Glifosato. Si sta parlando della fusione (il cui via libera è atteso a gennaio 2018) più colossale del settore dell’agrochimica, del valore di 62 miliardi di euro che porterebbe Bayer ad essere una delle tre aziende a detenere il 63% di tutte le sementi e il 75% degli agrofarmaci (dati Coldiretti).
Il voto espresso si pone apertamente in contrasto con la linea adottata dal Parlamento Europeo, dalla cui aula era arrivata la richiesta di un cosiddetto phase-out, cioè l’eliminazione graduale ma totale del Glifosato entro cinque anni, a cominciare da restrizioni immediate per gli usi non professionali e come disseccante in pre-raccolta.
Al netto di decisioni dei singoli Stati, dunque, per cinque anni il glifosato potrà essere utilizzato in tutta Europa, poi ci sarà un nuovo voto per l’eventuale proroga. Questo significa che tra cinque anni non scatterà nessuno stop automatico, ci sarà una verifica, e dopo servirà un nuovo voto. E in ogni caso, anche se si decidesse per un phase-out, sarà necessario un periodo di transizione per un abbandono graduale di questo prodotto. Per l’associazione ambientalista la proposta della Commissione UE è basata su una dubbia valutazione del rischio sul Glifosato, che afferma che non vi sono prove sufficienti su un legame della sostanza al rischio di cancro, nonostante l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro lo abbia classificato come “probabilmente cancerogeno” per le persone.
Gli eurodeputati italiani che hanno votato contro il divieto totale all’uso del Glifosato sono stati:
– ECR: Fitto; Sernagiotto.
– ENF (Lega): Bizzotto; Borghezio; Fontana; Zanni.
– PPE (Forza Italia): Cicu; Cirio; Comi; Dorfmann; Gardini; Martusciello; Matera; Patriciello; Pogliese; Salini.
– S&D (Partito Democratico): Benifei; Bettini; Bonafè; Bresso; Briano; Chinnici; Cozzolino; Danti; De Castro; De Monte; Gasbarra; Giuffrida; Grapini; Gualtieri; Kyenge; Mosca; Panzeri; Paolucci; Picierno; Pittella; Sassoli; Toia; Viotti; Zanonato; Zoffoli.
Gli eurodeputati italiani che hanno votato a favore del rinnovo del Glifosato a 5 anni sono stati:
– ENF (Lega): Bizzotto; Borghezio; Fontana; Zanni.
– PPE (Forza Italia): Cicu; Dorfmann; Patriciello. Astenuti: Mussolini; Pogliese.
– S&D (Partito Democratico): Benifei; Bettini; Bonafè; Bresso; Briano; Chinnici; Cozzolino; Danti; De Monte; Gasbarra; Gentile; Giuffrida; Gualtieri; Kyenge; Mosca; Panzeri; Paolucci; Pittella; Sassoli; Toia; Viotti; Zanonato; Zoffoli. Astenuti: De Castro.
– Verts/ALE: Affronte.
Il voto contrario al divieto totale dell’uso del Glifosato ed il voto a favore al rinnovo della licenza di altri 5 anni dell’erbicida espressi dall’Europarlamentare Lorenzo Fontana, nonchè Vice Sindaco di Verona, pone un interrogativo sulle future scelte dell’Amministrazione circa l’impiego del Glifosato nel territorio comunale. Anche se va ricordato che l’Area Gestione del Territorio con la Determina n. 5405 del 06/10/2017 ha istituito il gruppo di lavoro per la stesura del Regolamento dei prodotti fitosanitari (articolo di Verona News qui) con l’intento di voler colmare un vuoto regolamentare del Comune su tale fattispecie.
Verona News ha chiesto al Vice Sindaco, Lorenzo Fontana, una dichiarazione relativamente al voto espresso a Bruxelles. La pubblichiamo di seguito nel testo integrale: