Gli studi di settore non costituiranno più strumento di accertamento

 
 

Soddisfazione per la decisione del Ministero dell’Economia di andare oltre gli studi di settore, che ora diventano “indicatori di compliance”, viene espressa dal presidente di Confcommercio Asco Verona Paolo Arena: “E’importante che nelle intenzioni del Governo gli studi di settore non costituiscano più uno strumento di accertamento, ma di selezione delle imprese, mirato a individuare il grado di affidabilità con una riduzione dell’attività di controllo”, spiega condividendo quanto espresso da Rete Imprese Italia a livello nazionale. 

In sostanza non ci sarà più alcun ricavo di congruità a cui uniformarsi: i ricavi dichiarati contribuiranno, insieme ad altri elementi, al raggiungimento del grado di affidabilità e compliance.

L’indicatore di compliance, come ha spiegato il Ministero del Tesoro, “è un dato sintetico che fornisce, su scala da uno a dieci, il grado di affidabilità del contribuente: se il contribuente raggiunge un grado elevato avrà accesso al sistema premiale che prevede oggi, tra l’altro, un percorso accelerato per i rimborsi fiscali, l’esclusione da alcuni tipi di accertamento e una riduzione del periodo di accertabilità”.

In futuro saranno semplificati i modelli e ridotti i ‘cluster’ e il numero degli studi di settore. Per Rete Imprese Italia sarà ora essenziale la fase di affinamento e di condivisione della nuova metodologia di costruzione, al fine di valutare gli effetti in termini globali dei risultati sull’intera platea dei soggetti per cui si renderanno via via applicabili “ma la strada – conclude Arena – è quella giusta”.

 
 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here