Un rimborso rette a favore delle famiglie con bimbi che frequentano gli asili nido privati o un supporto diretto alle realtà che svolgono questo servizio sociale: lo chiede Assonidi – Confcommercio Verona, l’Associazione che rappresenta le titolari di asili nido privati della nostra provincia, che in una lettera inviata ai primi cittadini dei Comuni veronesi sollecita in prima battuta un rimborso, anche parziale, quale sostegno ed aiuto da destinare ai nuclei familiari con bambini iscritti agli asili nido privati, così come fatto ad esempio dalla vicina Amministrazione comunale di Mantova. I gestori privati seguono circa il 70% dei bambini da 0 a 3 anni che frequentano nidi veronesi.
Per il mese di marzo – sottolinea la lettera firmata dal direttore generale di Confcommercio Verona Nicola Dal Dosso – alcune strutture si sono viste costrette ad esigere il pagamento della retta allo scopo di riuscire a provvedere a pagamenti non rinviabili (stipendi del personale, canoni di locazione, utenze) che non potevano onorare senza alcun introito. In molti casi le titolari hanno rinunciato in toto al loro, già magro, appannaggio personale.
La situazione è destinata a ripetersi anche per il mese di aprile, se, come sembra, la chiusura dei servizi per l’infanzia sarà prorogata ben oltre il 3 aprile.
Un contributo comunale, cui si aggiungerebbe il bonus dell’Inps alle famiglie, sottolinea la lettera di Confcommercio Verona, permetterebbe di dare sollievo alle stesse, e, al contempo, alle gestioni private di richiedere un contributo minimo delle rette per riuscire a sopravvivere a questa fase di emergenza sanitaria ed economica.
Gli asili nido privati del territorio, per lo più micro e piccole aziende, stanno vivendo una crisi economica senza precedenti. Se non si interviene subito con aiuti specifici per il comparto, la maggior parte delle strutture private, nel giro di 1-3 mesi al massimo, rischia la chiusura definitiva, come evidenziano chiaramante le mail che Confcommercio riceve quotidianamente da parte di gestori allo stremo, preoccupati per il futuro delle loro imprese e per le loro comunità di bambini. Con un grave nocumento sul servizio garantito alle famiglie.
“A gestire i nidi privati – spiega la referente di categoria, Irene Pasetto di Bovolone – sono tutte donne giovani che il 24 febbraio, dall’oggi al domani, si sono trovate con l’attività chiusa, senza aiuto di alcun tipo. Viviamo delle rette pagate dalle famiglie e ora abbiamo grandi problemi: ci stiamo muovendo sia a livello locale che regionale e nazionale attraverso il Comitato Educhiamo che raggruppa una sessantina di imprenditrici. Siamo inquadrate come imprese e non come attività che operano nel sociale nonostante il nostro servizio sia chiaramente improntato al sociale”.
“Nel Veronese- conclude la referente di Assonidi-Confcommercio Verona – copriamo il 70% del fabbisogno. Molte di noi rischiano di non riaprire con grave nocumento per tutte le famiglie: servono interventi immediati per scongiurare questo rischio”.